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Non è ancora domani, la forza dell’integrazione dal mondo del circo

Tornano i registi di Babooska con Non è ancora domani, ritratto della società circense spesso vittima del pregiudizio.
A cura di Ambra Zamuner
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Non è ancora domani

Tizza Covi e Rainer Fimmel tornano a lavorare insieme dopo il successo di Babooska, documentario ambientato nel mondo del circo. Le scelte di questi registi sono sempre quelle di dare la possibilità ad attori quasi improvvisati di raccontare le loro storie, sempre utilizzando i loro nomi. Non è ancora domani è un film che ha ottenuto grande consenso e un premio al Festival di Cannes, l'attuale è ancora in corso con presenza di italiani importante, del 2009: "Miglior film europeo" all'unanimità per i commossi giurati, considerato "un film dal cuore grande che volge uno sguardo generoso, senza pretese e ottimista sugli emarginati della nostra società, senza giudicarli sul piano morale."

La pellicola racconta di Asia, una bambina di due anni abbandonata in un parco e ritrovata da Patti che vive con il marito in una roulotte a San Basilio, periferia di Roma. Con l'aiuto del vicino Tairo, 13 anni, Patti si metterà alla ricerca della madre della bambina dandole nel frattempo l'ospitalità e l'amore di cui ha bisogno. I registi, entrambi di Bolzano, hanno scelto un metodo di girato particolare, hanno trascorso tutto il tempo delle riprese con la "famiglia" che dovevano osservare, hanno convissuto nella roulotte arrivando ad avere circa 20 ore di girato. Secondo il loro parere si è perso molto nel montaggio, della condizione che cercavano di raccontare, ma il messaggio chiaro di una comunità emarginata e vittima di ogni tipo di pregiudizio è sicuramente passato.

Con delicatezza e sensibilità Non è ancora domani rapisce per la capacità di indagare nell'animo umano senza remore e confini, puntando a scardinare i preconcetti e a far ragionare lo spettatore con il cuore. Non troverete gli effetti speciali di Iron Man 2, ne la bellezza di Penelope Cruz, tantomeno la polemica politica che tanto fa scalpore in questi giorni, ma un film italiano vero, diretto con tanta voglia di esprimersi contro il quale è impossibile schierarsi in modo sfavorevole. Per chi è stanco degli urli e preferisce il sussurro lieve.

Ambra Zamuner

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