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“Piedone l’Africano”: il cult di Steno con Bud Spencer usciva 40 anni fa

Il 22 marzo 1978 usciva il terzo capitolo della tetralogia di Steno sulle avventure del famoso commissario interpretato dal grande Bud Spencer che, stavolta, sposta le sue indagini in Sudafrica. Lì incontrerà Caputo (Enzo Cannavale) e il piccolo Bodo e dovrà risolvere un intricato caso di traffico di diamanti e droga. Un cult assoluto, con un enorme seguito in tutto il mondo, da rivedere milioni di volte.
A cura di Ciro Brandi
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Esattamente il 22 marzo del 1978, usciva nelle sale italiane “Piedone l’Africano”, terzo capitolo della tetralogia dedicata al famoso commissario interpretato da Bud Spencer e diretto sempre da Steno. La pellicola vede il commissario impegnato in una missione in Sudafrica, dopo la morte di un suo collega che lo informava di un traffico di diamanti e droga. Una volta lì, incontrerà l’ex brigadiere Caputo (Enzo Cannavale) ora cameriere, e il piccolo Bodo (Baldwin Dakile), figlio del poliziotto ucciso e già orfano di madre. A Johannesburg, Piedone riuscirà ad infiltrarsi nell’associazione a delinquere, scontrandosi con i delinquenti Smollett (Jow Stewardson) e Spiros (Werner Pochath) per evitare che i diamanti siano utilizzati per acquistare la droga da mandare in Europa.

Piedone e Caputo tra poliziottesco e film d'avventura

Questo terzo film segue a ruota “Piedone lo sbirro”(1973) e “Piedone ad Hong Kong”(1975), ambientati rispettivamente negli Stati Uniti e in Cina. Stavolta, invece le riprese partono da Napoli e si spostano in Namibia, all’epoca paese non ancora indipendente e controllato dal Sudafrica con un successo clamoroso in tanti paesi del mondo, che surclassò di gran lunga i primi due capitoli. Steno affidò la sceneggiatura a Giovanni Simonelli, Adriano Bolzoni, Franco Verucci e Ranier Brandt ed è molto più dettagliata, soprattutto nella costruzione della dinamica della storia e dell’indagine, mescolando elementi poliziotteschi, d’avventura e comici. Anche le ambientazioni, naturalmente, favoriscono un maggior coinvolgimento dello spettatore che non è, quindi, solo attratto e divertito dalle sempreverdi scazzottate di Spencer (che qui abbondano) ma anche dagli inseguimenti infiniti ed improbabili e da alcune scene totalmente fuori da ogni schema.

Enzo Cannavale, spalla irrinunciabile

Impareggiabile ed insostituibile più che mai è il ruolo di Enzo Cannavale, uno dei più grandi caratteristi italiani, scomparso nel 2011. Caputo è una spalla comica fondamentale per Piedone e, in questo terzo capitolo, la sua comicità raggiunge un livello decisamente superiore, muovendosi al fianco di Bud Spencer quasi come Don Chisciotte e Sancho Panza, in un crescendo di risate e divertimento. La novità è rappresentata dalla presenza del piccolo Baldwin Dakile, alla sua prima e ultima esperienza sul grande schermo. Il giovanissimo attore sbalordì subito il regista e i protagonisti principali per la sua spontaneità sul set e si dice anche che proprio Bud Spencer lo avesse, in seguito, adottato a distanza, consentendogli di studiare. Oggi Dakile è un uomo di quasi 50 anni e svolge la professione di avvocato in Sud Africa.

Lo spiacevole episodio razzista legato al piccolo Baldwin Dakile

Purtroppo, proprio al bimbo è legato uno spiacevole evento accaduto durante le riprese. Mentre Spencer e la troupe si trovavano in un ristorante e visto che in Namibia c’era ancora la terribile piaga dell’Apartheid – cioè la politica di segregazione razziale rimasta in vigore fino al 1991 – il piccolo Baldwin Dakile non fu accettato nel locale, in quanto riservati solo ai bianchi. Ciò provocò l’ira di Spencer che, assieme a tutti gli altri, lasciarono immediatamente il ristorante.

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