“Non ci sono uccelli memorabili nella storia dell’animazione, per questo ho pensato di usarli come protagonisti di Rio”, Carlos Saldanha, regista di Rio 2 – Missione Amazzonia (e in passato responsabile della serie di L’era glaciale, Robots oltre al primo Rio) motiva così la scelta inusuale dei protagonisti “ed è stata anche una bella sfida perchè gli uccelli non sono molto espressivi, non quanto i più comuni cani o gatti almeno”.
Un’impresa che oltre a raccontarla Saldanha ha anche mostrato. Ospite del Future Film Festival di Bologna, com’è nella tradizione della manifestazione, il regista ha infatti tenuto una lezione di cinema su come si lavori all’animazione digitale, dall’inizio alla fine, dall’idea fino all’ultimo rendering digitale, dai primi disegni a mano, fino alle sculture in argilla e poi i modellini virtuali.
“Fare un film ambientato tutto in Brasile non è qualcosa che gli studios ti approvano facilmente, io per convincerli, oltre a farmi forza dei successi della mia carriera, ho raccontato loro il film come un’opera piena di musica. E gli è piaciuto molto! Quindi poi la musica sono stato obbligato a mettercela” così è cominciata la storia di Rio, ben prima che il Brasile fosse scelto per ospitare i prossimi Mondiali di calcio e le prossime Olimpiadi “tutti ci dicono che l’abbiamo fatto apposta ma la nostra idea è venuta prima. Non che ci dispiaccia eh…” non a caso in quest’ultimo film c’è anche un lunga scena in cui gli uccelli si sfidano a calcio…
Stavolta la prospettiva si allarga e Rio 2 non rimane più a Rio, cioè si sposta dal luogo identificativo della saga (come già aveva fatto Madagascar in fondo) per mettere i protagonisti dentro la foresta amazzonica con ovvio messaggio ambientalista incluso.
“Alla fine quello di Rio è come un marchio, uno che identifica un certo tipo di storie, personaggi, umorismo e colori, il luogo in cui si svolge è solo una location” Dunque dovessi fare un terzo film non avresti problemi a spostarti, magari anche fuori dal Brasile? “Si anche se devo dire che ci sono ancora molte cose che non ho raccontato della mia nazione, è un luogo così pieno di elementi differenti che dove ti giri trovi ispirazione”.
Quello che infatti caratterizza la saga è che mostrando le poco originali storie di una coppia (nel primo) e poi di una famiglia (in questo secondo), in realtà il suo autore (brasiliano trapiantato di America) cerca di raccontare il proprio paese, procedendo per luoghi comuni e per elementi più raffinati.
A doppiare in originale ci sono Jesse Eisenberg, Anne Hathaway, Andy Garcia e Bruno Mars (“E’ stata una sorpresa l’ho visto al Saturday Night Live e ho capito che ci voleva lui per il mio uccello Roberto. Ha anche eseguito una canzone a cappella da lui composta sul momento che poi abbiamo inserito nel film”) in italiano come sempre ci saranno altri doppiatori… “Alla fine la versione in inglese è quella che considero più mia, quella a cui ho lavorato di più. Non seguo di persona le varie “nazionalizzazioni” perchè mi fido molto di chi fa questo lavoro. Alla fine ritengo che il doppiaggio sia molto più accettabile per l’animazione che per il cinema dal vero, dove c’è quella sensazione straniante di vedere un attore che parla con una voce non sua”.