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Robin Williams, un anno fa moriva il Peter Pan di Hollywood

L’11 agosto 2014, Il corpo senza vita dell’attore fu ritrovato senza vita nella sua casa a Tiburon, in California. Colui che aveva cercato sempre di nutrire l’anima dei suoi fan con pellicole cult, facendoli ridere ed emozionare, aveva deciso di togliersi la vita perché vittima del male del secolo, la depressione. Ma le star come lui, si sa, vivranno per sempre.
A cura di Ciro Brandi
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Il 21 luglio scorso avrebbe compiuto 64 anni. Ma Robin Williams ha preferito andarsene lasciando un vuoto nel cinema, e nel cuore di tutti i suoi fan, davvero incolmabile. E’ vero che una star come lui continuerà a vivere per sempre grazie ai suoi grandi personaggi, tra cui l’esilarante alieno Mork, il disc jockey dell’aviazione Adrian Cronauer di “Good Morning, Vietnam”, il saggio professor John Keating ne “L’attimo fuggente”, il Peter Pan adulto in “Hook – Capitan Uncino”, la tata in “Mrs Doubtfire”, il medico Hunter “Patch” Adams nell’emozionante “Patch Adams”, ma il mondo è rimasto attonito, soprattutto, per il modo in cui se n’è andato, per il male del secolo, la depressione, che distrugge l’anima, proprio quella che lui ha sempre tentato di nutrire nei suoi fan, facendoli ridere, piangere, riflettere con più di 60 film.

Le ansie e i dolori del suo animo nobile

La morte è avvenuta esattamente l’11 agosto 2014, poco dopo le 12:00, e a ritrovare il corpo dell’attore senza vita furono i vigili del fuoco, nella sua abitazione a Tiburon, in California. Williams aveva scelto d’impiccarsi con una cintura. L’ultima moglie, Susan Schneider, rivelò che, oltre a soffrire di depressione, l’attore aveva scoperto da poco di avere anche il Parkinson. L’autopsia, però, rivelò anche che Williams soffriva  di una malattia degenerativa chiamata Demenza da corpi di Lewy, che, tra i vari sintomi, comprende anche allucinazioni visive. Tutto ciò fu come un fulmine a ciel sereno per la maggior parte delle persone a lui vicine e, soprattutto, per i milioni di ammiratori che ne avevano un’immagine da istrione sereno e sempre allegro, che nelle apparizioni in tv, o in pubblico, non mostrava alcune segno di debolezza, quasi come un clown che nasconde dietro al trucco pesante tutte le sue ansie e paure. Nella trasmissione “Autopsy”, andata in onda pochi mesi dopo la morte dell’attore, sempre sua moglie Susan rivelò che l’attore si sentiva minacciato, in pericolo, soffriva di paranoie e ansie, non dormiva, degenerando a tal punto da mettere in un calzino tutti i suoi orologi di valore e darli in custodia ad un amico.

La diatriba per l’eredità e le opere di beneficenza

Purtroppo, dopo la sua morte, si è scatenata una diatriba infernale, tra i suoi familiari, per l’eredità. Williams ha avuto il figlio Zack dalla prima moglie, la ballerina Valerie Velardi, dalla quale divorziò dopo 10 anni di matrimonio, per mettersi con la tata del figlio, Marsha Garces. Da quest’ultima ha avuto altri due figli, Zelda nel 1989 e Cody Allan nel 1991. Nel 2011, poi, ha sposato la graphic designer Susan Schneider. Proprio quest’ultima è finita in tribunale, con i tre figli dell’attore, per discutere sui diritti d’immagine, ma sono rimasti alquanto basiti quando hanno scoperto che Williams aveva deciso di destinare tutto in beneficenza ad una fondazione creata ad hoc, la “Windall Foundation”, che disporrà dell’uso dell’immagine di Williams per i prossimi 25 anni e che finanzierà le associazioni benefiche “Make a Wish” e “Medici senza frontiere”. C’era da aspettarselo, dato che anche quando era in vita, l’attore ha sempre aiutato i più deboli ed è stato vicinissimo all’attore Christopher Reeve, suo amico dai tempi della scuola, e alla sua fondazione, dopo il terribile incidente che lo costrinse sulla sedia  a rotelle. Ai figli, comunque, andranno 45 milioni di dollari, mentre alla Schneider un lascito non ben precisato, ma si è ancora lontani da un vero e proprio accordo tra le parti. I figli Zack e Zelda hanno ereditato, oltre al mero denaro, anche l’anima da benefattore del padre. Il primo, infatti, fa volontariato presso le prigioni, mentre Zelda  sostiene la Challenged Athletes Foundation (CAF), che anche suo padre aveva aiutato e che supporta gli atleti che hanno disabilità fisiche, ma anche il St. Jude Children’s Research Hospital, che si occupa dei bimbi che lottano contro il cancro.

I film postumi

Dopo la sua morte, naturalmente, i film cult di Robin Williams sono stati riprogrammati a ripetizione in tutte le televisioni del mondo. Ma l’attore, prima di morire, aveva già girato altri cinque film che vanno ad aggiungersi a tutte le perle cinematografiche della sua carriera. Il 28 gennaio scorso è uscito in Italia “Notte al museo – Il segreto del faraone”, per la regia di Shawn Levy, sequel di “Una notte al museo 2 – La fuga”, del 2009. Williams interpreta sempre i ruoli di Theodore Roosevelt/Garuda, accanto a Ben Stiller, riscuotendo sempre un ottimo successo. Negli Stati Uniti, però, sono usciti altri film che, nel nostro paese non sono mai (o ancora) arrivati. Il primo è “The Angriest Man in Brooklyn”, uscito in USA il 23 maggio 2014, quindi pochi mesi prima della morte dell’attore, in cui Williams è Henry Altmann, un uomo al quale viene detto che ha solo altri 90 minuti di vita e, in quel lasso di tempo, cercherà di riconciliarsi con i suoi familiari e i suoi amici. Il 22 novembre 2014, in Canada, è uscita anche la commedia natalizia “A Merry Friggin’ Christmas”,  diretta da Tristram Shapeero, distribuita anche in USA il 7 dicembre 2014, in un numero limitato di sale. Il 10 luglio scorso, invece, sempre in USA, è sbarcato nei cinema il drammatico “Boulevard”,  per la regia di Dito Montiel. Williams, nel film, è Nolan Mack, un timido impiegato di banca segretamente omosessuale che, giunto ai 60 anni, si troverà a vivere un grande cambiamento che lo farà riflettere sulla sua vita, dopo l'incontro con il giovane Leo, ragazzo dedito alla prostituzione. Non si sa ancora nulla riguardo l’eventuale distribuzione italiana. Il prossimo 3 settembre arriverà nelle nostre sale “Un’occasione da Dio”(“Absolutely Anything”), commedia con Simon Pegg e, nella versione originale, Robin Williams ha prestato la voce al cane del protagonista, Dennis, doppiato in italiano da Carlo Valli.

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