La voce era quella, ma oggi la proiezione di La La Land, in apertura della Mostra del Cinema di Venezia, l’ha confermato: il film con Ryan Gosling ed Emma Stone è un serio pretendente alla stagione degli Oscar 2017. Mancano 6 mesi alla serata dei premi ed è molto presto per dirlo, di certo però La La Land ha impressionato al Lido e lo ha fatto con una serie travolgente di canzoni e coreografie che ricordano quelle di Un Americano a Parigi in cui i due protagonisti si incontrano, litigano, si corteggiano, inseguono sogni e si sfiorano. Affiatatissimi i due non è la prima volta che si incontrano sullo schermo, si sono amati con difficoltà nel poliziesco Gangster Squad e si sono corteggiati con ironia nel film collettivo Crazy Stupid Love.
Insieme la rossa esile e il biondo silenzioso funzionano moltissimo. Già nel 2011, nel loro primo incontro sullo schermo, per l’appunto in Crazy Stupid Love, erano la coppia migliore di una commedia che necessitava proprio del loro brio per bilanciare le più stanche storie di contorno. Lui era un gigolò, lei una ragazza sfiduciata dagli uomini e soprattutto scettica sulla sua capacità di indovinare gusti e desideri delle sue vittime. A farla crollare è stato proprio un ballo, il passo più famoso di Dirty Dancing (il sollevamento del gran finale) che il gigolò-Gosling ha imparato perché infallibile con ogni ragazza, e che lei, dopo averlo snobbato altezzosamente, gli chiederà. Superfluo dirlo ora che li abbiamo visti ballare e cantare in maniera superba per tutto La La Land, ma allora impressionò il fatto che il passo incriminato lo avessero realmente fatto loro due e non le controfigure.
Ci sono pochi precedenti nella storia del cinema di grandi coppie da musical in grado di unire la capacità di cantare a quella di ballare, senza avere una preparazione professionale in nessuna delle due discipline, ma con una certa quotidianità, un’intrinseca modernità. Gosling e Stone non sono certo paragonabili a Fred Astaire e Ginger Rogers, autentici mostri del ballo, rivoluzionari e tecnici, sono semmai più vicini alla coppia in costume John Travolta/Olivia Newton John di Grease. Anche perché, per quanto La La Land sia un film ambientato ai giorni nostri, abbigliamento e luci sì divertono molto a citare gli anni ‘40 e ‘50. Lui un po’ sfrontato e di poche parole, lei più vivace e trascinatrice, insieme capaci di lavorare per armonia e contrasto. Contrariamente alla coppia di Grease però non si può negare che, almeno in questo film, sia Emma Stone ad emergere tra i due, con una recitazione e dei movimenti che comunicano tutta la leggerezza delle emozioni dei musical assieme alla gioia dell’innamoramento.
Il Disney Club e la tradizione alla Britney Spears
Ryan Gosling ha iniziato a lavorare nello spettacolo da piccolissimo, era nel Disney Club come lo è stata Britney Spears, una scuola di piccoli talenti che li mette in scena in tv da subito, li fa lavorare su tutte le discipline dello spettacolo e da cui non a caso escono fenomeni in grado di fare tutto. Grazie a quell’addestramento Gosling non solo canta e balla perfettamente ma suona anche. In La La Land la musica che sentiamo è “doppiata”, cioè è eseguita da un professionista, ma le mani sul pianoforte sono sempre quelle di Gosling e chiunque conosca il piano si rende conto che i suoi sono movimenti fluidi e tecnici da chi la tastiera la conosce realmente.
Del resto La La Land è pieno di virtuosismi, spesso démodé, come il tip tap di corteggiamento nel quale i due cantano la loro indifferenza al romanticismo nell’aria, mentre piano piano cadono nelle braccia l’uno dell’altro, ma anche gli assoli individuali (bellissimo quello di Emma Stone con le compagne di appartamento). Non manca insomma niente al repertorio, nemmeno i pezzi lenti. Proprio per questo, per la maniera in cui La La Land è un perfetto compendio del cinema che è stato, per come celebra la tradizione hollywoodiana e contemporaneamente la rilancia con grande modernità di ambientazione e dei problemi dei personaggi, sembra avere le carte giuste per arrivare agli Oscar. D’altra parte l’autore, Damien Chazelle, non è certo uno sconosciuto alla manifestazione, visto che Whiplash, il suo film precedente anch’esso molto musicale, ha fruttato una statuetta come miglior attore non protagonista a J. K. Simmons.