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“Se la strada potesse parlare”, del premio Oscar Barry Jenkins, arriva al cinema dal 24 gennaio

Jenkins ci porta nel quartiere di Harlem, degli anni ’70, e racconta la storia di la 19enne Tish (KiKi Layne) e del suo fidanzato Fonny (Stephan James). Il loro immenso amore verrà messo a dura prova quando Fonny viene arrestato ingiustamente proprio quando Tish scopre di essere incinta. Da quel momento, la ragazza farà tutto il possibile per provare l’innocenza di Fonny prima che nasca il loro figlio. Al cinema dal 24 gennaio.
A cura di Ciro Brandi
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Barry Jenkins ha trionfato ai Premi Oscar del 2017 con il suo bellissimo “Moonlight”, che ha portato a casa le ambite statuette al Miglior regista, alla Migliore sceneggiatura non originale e al Miglior attore non protagonista (Mahershala Ali). Adesso, il giovane regista di Miami porta nelle sale l’altrettanto emozionante e già pluripremiato “Se la strada potesse parlare”(“If Beale Street Could Talk”), trasposizione per il grande schermo dell’omonimo romanzo di James Baldwin, uscito nel 1974. Jenkins ci porta nel quartiere di Harlem degli anni ’70, dove vivono la 19enne Tish (KiKi Layne) e il suo fidanzato Fonny (Stephan James). Il loro immenso amore verrà messo a dura prova quando Fonny viene arrestato ingiustamente proprio quando Tish scopre di essere incinta. Da quel momento, la ragazza farà tutto il possibile per provare l'innocenza di Fonny prima che nasca il loro figlio.

Jenkins ha scritto anche la sceneggiatura di questo suo ennesimo gioiellino e, a tal proposito, ha detto:

Essendo la prima persona ad assumermi la responsabilità della trasposizione cinematografica di un romanzo di Baldwin nella sua lingua madre, il mio obiettivo è stato quello di raffigurare quei personaggi avvicinandomi il più possibile all'immaginario del loro autore. I due rapporti che costituiscono il fulcro del film — quello tra Tish e Fonny e quello tra Sharon e Joseph — sono caratterizzati da quell'incantevole poesia degli scambi interrelazionali che, per la gente di colore, funge da paraurti rendendo l'esistenza meritevole di essere sopportata, rendendo la promessa infranta del sogno americano degna degli sforzi necessari al suo perseguimento.

Il direttore della fotografia è James Laxton mentre la coppia formata da Joi McMillon e Nat Sanders si è occupata del montaggio. Le scenografia e i costumo sono opera, rispettivamente, di Mark Friedberg e Caroline Eselin, invece Nicholas Britell ha composto la colonna sonora. Nel cast ci sono anche Colman Domingo, Dave Franco, Diego Luna e Regina King, vincitrice del Golden Globe 2019 alla Miglior attrice non protagonista per il ruolo di Sharon Rivers. “Se la strada potesse parlare” sarà nei nostri cinema a partire dal prossimo 24 gennaio ed è assolutamente imperdibile.

La trama

Harlem, anni ’70. La 19enne Tish e il fidanzato Alonzo, detto “Fonny”, sognano di trascorrere tutta la vita insieme. I loro piani, però, vengono stravolti quando Fonny viene arrestato per un crimine che non ha commesso e Tish, che ha da poco scoperto di essere incinta, farà di tutto per scagionarlo, con il sostegno di parenti e genitori. Mentre le settimane diventano mesi, la ragazza non perde la speranza, supportata dalla propria forza interiore e dall’affetto della famiglia, disposta a tutto per il bene della figlia e del futuro genero.

Il cast

La giovane e bravissima KiKi Layne (Clementine "Tish" Rivers) è al suo primo lungometraggio mentre Stephan James (Alonzo "Fonny" Hunt)lo abbiamo già ammirato in “Selma – La strada per la libertà”(2014) e “Race – Il colore della vittoria”(2016). Il resto del cast è composto da: Colman Domingo (sig. Rivers),Teyonah Paris (Ernestine Rivers), Michael Beach (Frank Hunt), Dave Franco (Levy), Diego Luna (Pedrocito) Pedro Pascal (Pedro Alvarez), Ed Skrein (agente Bell), Brian Tyree Henry (Daniel Carty), Regina King (Sharon Rivers), Emily Rios (Victoria Rogers), Finn Wittrock (Hayward) e Aunjanue Ellis (sig.ra Hunt).

Le curiosità sul film che dovete sapere

1. Jenkins ha scritto la sceneggiatura del film nell'estate 2013, parallelamente a quella del suo pluripremiato capolavoro, “Moonlight”.

2. Il regista ha dichiarato che la sua frase preferita del romanzo di Baldwin è “E’ stato l’amore a portarti qui”, che possiamo sentire anche nel trailer e che riflette totalmente lo spirito che l’ha portato a realizzare la pellicola.

3. Oltre al Golden Globe a Regina King, il film ha avuto altre due nomination al Miglior film drammatico e alla Migliore sceneggiatura non originale.

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