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Caso abusi e molestie Harvey Weinstein

Ambra Battilana: “Weinstein mi pagò un milione per tacere sulle molestie, processatelo”

La modella italiana Ambra Battilana Gutierrez ammette di aver firmato un accordo milionario in cambio del silenzio sulle molestie ricevute (che lei aveva già denunciato alla polizia e ai media).
A cura di Valeria Morini
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Torna a parlare Ambra Battilana Gutierrez, la modella italo-filippina che è una delle più accese accusatrici di Harvey Weinstein. A La Stampa, Ambra ha ribadito di essere stata molestata dal produttore cinematografico (che avrebbe compiuto abusi o veri e propri stupri almeno su un centinaio di donne dello spettacolo), spiegando inoltre di aver tentato inutilmente di denunciarlo. Frustrata dall'impossibilità di avere giustizia, ha accettato un milione di dollari da Weinstein in cambio del suo silenzio. Oggi si dice pentita di quel gesto e pronta a portare avanti azioni legali contro di lui: "Spero si apra presto il processo, voglio che Weinstein finisca in tribunale. Potrei chiedergli dei soldi già ora, ma non è quello che mi interessa".

Le molestie subite da Weinstein

Dopo aver raccontato la sua verità a Ronan Farrow, il giornalista (e figlio di Mia Farrow) che ha scoperchiato il caso con un'inchiesta sul New Yorker, la Battilana Gutierrez ha spiegato al giornale italiano cosa accadde nella primavera del 2015: "Voglio essere riconosciuta come una persona onesta, che ha fatto la cosa giusta e per questo ha perso due anni di vita. Ne avevo 22 quando Weinstein mi notò a un party a New York e chiese al mio agente di incontrarmi, da sola. Andai nel suo ufficio con il mio book sotto braccio". Ambra ha quindi raccontato come lui avrebbe toccato il seno, provando poi a infilarle una mano sotto la gonna.

La denuncia alla polizia

A quel punto, la modella andò alla polizia, oltre a denunciare Wenstein pubblicamente, ben prima dell'inchiesta del New Yorker e delle dichiarazioni di tutte le altre vittime. In mancanza di prove, gli inquirenti le suggerirono di tornare da Weinstein con un registratore: "La polizia mi ha incoraggiato, ma una volta in albergo sono rimasta sola con lui, lontana dagli agenti che mi avevano accompagnato. Non ho avuto la forza di entrare con lui nella stanza. Ero terrorizzata". Nonostante ciò, riuscì comunque a far ammettere all'uomo le molestie. "È normale, lo faccio sempre", si sente nella registrazione: quelle parole, però, non bastarono a far partire un'azione penale.

L'accordo in denaro con Weinstein

Già coinvolta suo malgrado nel Bunga Bunga di Berlusconi per una cena in cui si dichiarò semplice spettatrice, Ambra si trovò dunque catapultata in un nuovo incubo. A quel punto, Weinstein le avrebbe dato un milione di dollari per tacere.

Ho raccontato la verità, ma non è servito a nulla. Iniziarono a uscire articoli che parlavano di me come una prostituta, professionista del ricatto, corredati dalle mie foto. In intimo, naturalmente. Sono una modella, lavoro con l’immagine, la mia era distrutta. L’avvocato disse che firmare l’accordo era la cosa migliore per me e la mia famiglia. All'inizio rifiutai, erano soldi sporchi. Ma ero sola. Ho avuto paura. Mi misero davanti 18 pagine. Il mio inglese era pessimo, il testo molto complicato. Ho firmato.

Seguì un periodo durissimo per la modella, che ritrovò la serenità trasferendosi un anno nelle Filippine, la patria della madre. Oggi, si dice ottimista sugli effetti dello scandalo: "Le denunce sono riuscite a far aprire gli occhi alle persone. Penso positivo, perché credo che sostenendo le vittime e rimanendo uniti la situazione cambierà".

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