Katniss, Lucy, Hit girl, Hannah, Mistica e tutte le altre ragazze del mucchio, sono loro il volto nuovo del cinema d’azione e fantascienza degli ultimi anni. Dal successo di Twilight in poi le protagoniste femminili hanno conquistato il centro della scena a discapito dei protagonisti e anche le storie hanno cominciato a mutare di conseguenza. C’è qualcosa che sta indubbiamente cambiando nella centralità del ruolo femminile e solo in questi anni lo hanno dimostrato film come Re della terra selvaggia, Un gelido inverno, The bling ring, Tutta colpa delle stelle, Resta ancora un giorno, Spring breakers e Beautiful Creatures, tutti film non solo con protagoniste femminili ma che si basano su una visione femminile del mondo. Ovviamente però la sorpresa più clamorosa è quella che viene dal cinema d’azione, da sempre terra di conquista virile, esaltazione del testosterone e luogo poco frequentato dal pubblico femminile.
Hunger Games è stato il caso più clamoroso ma non certo l’unico, lo provano le prestazioni che sta facendo segnare in questi giorni Lucy, il ritorno di Luc Besson alle eroine d’azione, lui che le aveva canonizzate nella forma moderna con Nikita e Il quinto elemento. I produttori hanno compreso che esiste un pubblico femminile ben disposto ad andare a vedere film d’azione che le prevedano in ruoli chiave e non le lascino nell’angolo come “prede rapite da salvare”, “goffe zavorre che rallentano la fuga” o “timorose nevrotiche da tenere a bada”, e che porta con sé anche il pubblico maschile. La dimostrazione lo sono i grandi successi delle ultime stagioni tanto quanto i fallimenti. Perché le prestazioni clamorose sono sempre esistite, casi come Thelma & Louise o per l’appunto Nikita e Il quinto elemento sono rimasti esprimenti a sè, invece vedere le produzioni cinematografiche che puntano su protagoniste femminili anche in film più rischiosi quali Hannah o Beautiful Creatures è la prova che c’è così tanta fiducia nel genere da potersi permettere anche i flop.
Da quando la storia di Bella e del suo vampiro emo ha stabilito nuove gerarchie (la ragazza non è l’oggetto del contendere ma il motore che regola la contesa, non sono due uomini a desiderarla è lei che deve scegliere tra due rappresentazioni dei propri desideri) tutti hanno seguito e i blockbuster sempre di più si sono regolati su storie di ragazze adolescenti da cui dipende il destino degli altri personaggi, che sono diverse dalle coetanee, divise tra due amori (solitamente uno è il ragazzo conosciuto da sempre, la presenza seria e rassicurante mentre l’altro è la passione più istintiva) e che nel frattempo devono salvare il mondo come una volta toccava agli uomini. Capita per gli adolescenti ma anche per le bambine, perché la Disney e la Pixar hanno captato immediatamente questo movimento riorientando le storie delle loro principesse. Maleficient, Alice in Wonderland, Biancaneve e il cacciatore, per non dire i cartoni più recenti come Rapunzel, Brave e Frozen (dove addirittura le principesse sono due e si salvano da sole, che se stanno ad aspettare i principi….), tutti film che sono andati bene se non benissimo al boxoffice e che marginalizzano i ruoli maschili come una volta gli uomini facevano con le donne.
Con Katniss Everdeen di Hunger Games a fare da portabandiera, un esercito di eroine sta mutando anche le trame. Chi ha visto i film con Jennifer Lawrence ha infatti notato come il consueto racconto di fantascienza dittatoriale, in cui in pochi si battono contro un regime futuristico che opprime la massa, è tarato sugli elementi chiave del mondo femminile. La rivoluzione di Katniss è infatti comunicata dalla sua acconciatura (la treccia), ma anche la sua presentazione, l'abito che porta e il trucco sono fondamentali, i primi veicoli di ribellione (si era mai visto un eroe il cui compagno più fidato è il suo sarto??). Non solo mena, corre, distrugge e combatte ma soprattutto utilizza gli strumenti di comunicazione e le strategie che i maschi capiscono più a fatica per raggiungere l'obiettivo, Katniss non vive da donna in un genere da uomini ma costringe quel mondo a ragionare come lei. A questo punto allora solo i cinefumetti rimangono impermeabili al cambiamento (gli unici esempi, Catwoman e Elektra, sono stati fallimenti epici) anche se Lucy, sebbene non venga da tavole disegnate, per stile, storia, svolgimento e ritmo potrebbe essere considerata la prima eroina “in stile fumetto”. Forse è proprio per questo che gli ultimi anni hanno portato al cinema I mercenari, una sorta di controriforma, un gruppo di vecchi action hero che rimettono in sala l’ortodossia del bicipite, il rigore del testosterone.