Il panico di Matilda De Angelis, confusa sul palco dopo aver ricevuto il premio come attrice non protagonista. Il momento di Sophia Loren, che dopo 70 anni di carriera, due Oscar e dieci David, nel ritirare l'undicesimo davanti al figlio Edoardo Ponti tradisce ancora un'emozione fortissima e a 86 anni si dice pronta a fare altri film perché "senza cinema" non può vivere. La piccola Emma, figlia del compianto Mattia Torre, eroina della serata che ritira il premio alla sceneggiatura per il "papà che non c'è più" e snocciola un discorso perfetto e commovente che si è preso la standing ovation oltre all'abbraccio con Valerio Mastandrea. Il ricordo di Gigi Proietti e le musiche di Ennio Morricone suonate al Teatro dell'Opera di Roma. Pierfrancesco Favino che chiede che cinema e teatro vengano insegnati nelle scuole, "non il pomeriggio ma nelle ore di lezione". Ci siamo lamentati per anni dei David di Donatello, come di uno spettacolo sacrificato e pieno di sbavature, su cui la Rai non avrebbe mai creduto fino al punto di trasformarlo in un Sanremo del cinema, una brutta copia degli Oscar che sfigura al confronto con gli americani, maestri dell'entertainment. Quest'anno, però, la manifestazione che assegna i più importanti premi cinematografici italiani si è presa la sua rivincita, persino sugli Academy Awards.
Sarà la rinascita del cinema italiano?
Quelli sopra citati sono solo alcuni dei momenti forti, probabilmente i più emozionanti, della serata dei David 2021 che ha incoronato Volevo nascondermi di Giorgio Diritti come trionfatore assoluto. Potremmo citare la leggerezza portata da Sandra Milo, premio alla carriera, Laura Pausini che canta Io sì (dopo l'Oscar, le è sfuggito pure il David, andato a Checco Zalone) o il discorso di Elio Germano che ha reso omaggio agli artisti dimenticati. Il fascino della doppia location per mantenere il distanziamento – lo studio coi i tavolini al posto delle poltrone e lo splendido Teatro dell'Opera – ha impreziosito il tutto trasformando la necessità in virtù, in quella che è stata a tutti gli effetti la serata simbolo per la rinascita del cinema italiano dopo la pandemia.
I David 2021 meglio degli Oscar
Una serata di premiazione semplice e senza fronzoli, che ha emozionato più per merito dei protagonisti che dell'organizzazione, ma che può considerarsi riuscita, finalmente all'altezza del suo ruolo e molto più intensa e significativa della raffazzonata cerimonia da remoto del 2020. Dai testi dei presentatori che rendono omaggio alle professioni "laterali" ai tanti riferimenti a un cinema che ha resistito al Covid, con le produzioni mai interrotte, la tv ha reso omaggio alla settima arte. L'inchino di Conti a Sophia Loren farà dimenticare per sempre il "topolona" di Ruffini all'attrice di qualche anno fa? Quantomeno la strada è quella giusta (si può ancora migliorare, certamente) e i David di quest'anno sono nel complesso più riusciti di una cerimonia degli Oscar 2021 che invece è stata fredda, senza emozioni, sostanzialmente priva di discorsi davvero significativi e poco convincente, non a caso travolta da un flop di ascolti. Non sono andati benissimo neppure quelli dei David (2,5 milioni e 11% di share, meglio dello scorso anno) ma, ripetiamo, la direzione è quella giusta.
Troppo breve il momento in memoriam
Unico grande neo, probabilmente, non è stata tanto la velocità nell'assegnare i premi onorari a Milo, Diego Abatantuono e Monica Bellucci (forse per evitare un'eccessiva lunghezza del programma) ma il classico momento "in memoriam", che dopo l'omaggio di Enrico Brignano a Gigi Proietti e le musiche di Morricone si è limitato a un frettoloso e breve elenco letto da Carlo Conti, senza immagini né ricordi particolari. Non si è fatta neppure la fatica di spulciare tutta la lista dei decessi del 2020, tanto che il conduttore ha aggiunto alla stringatissima lista un "molti altri", probabilmente per evitare le classiche critiche sulle dimenticanze. Possiamo consolarci pensando che neanche in questo gli Oscar 2021 hanno fatto meglio, con un filmato veloce e accompagnato da una canzone inappropriata, in cui il nostro Proietti (che avrebbe benissimo potuto esserci) è stato escluso.