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Opinioni

Lunga vita a Facebook, Blockbuster riposi in pace

Quali film si producono, come li vediamo e cosa ognuno decide di guardare. E’ intorno a Facebook e dentro il suo flusso che questi elementi sono cambiati negli ultimi 10 anni.
A cura di Gabriele Niola
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Facebook è il megafono di internet, tutto quello che la rete cambia, crea, causa e rivoluziona il social network lo amplifica e lo porta a milioni di persone. Ancora di più Facebook è la maniera in cui (quasi) tutti possono compiere il gesto che caratterizza internet stesso: condividere.
Da quando l'ex re dell'Home video, Blockbuster, è morto sotto i colpi della pirateria tutti hanno voluto prendere il suo posto, ma ad oggi solo Facebook, nonostante non sia ancora un videonoleggio, è riuscito ad incidere nel mondo del cinema tanto quanto la grande catena. Quando si parla di film infatti ci sono 3 direttrici principali lungo le quali i 10 anni di vita di Facebook hanno cambiato quello che sapevamo: ha cambiato e sta cambiando la maniera in cui il cinema viene prodotto (cioè quali film gli studi di produzione decidono di fare e quali invece accantonare), sta cambiando la maniera in cui lo fruiamo a casa (cioè dove e come vederlo) e infine sta mutando la maniera in cui diamo una forma ai nostri gusti (cioè cosa ognuno decide di vedere).

Hollywood deve ascoltare la rete – Non si parla quindi del modo in cui un film viene girato o scritto, quello è un altro discorso nel quale la rete (ancora) non è entrata. Là dove invece è penetrata è invece negli studi degli executive, nelle grandi case di produzione, ovvero in quei luoghi nei quali il cinema è prima di tutto una forma di business, la maniera in cui fare affari e ottenere un ritorno economico. In quei luoghi tutto è cambiato con l’arrivo di internet e la possibilità di comunicare direttamente con il pubblico potenziale. E’ stato evidente da subito quanto il pubblico potenziale sia disposto a farsi eccitare progressivamente se l’argomento di un film che ancora deve uscire gli interessa. Un poster, un teaser trailer, una foto presa dal set, un dettaglio di sceneggiatura, ad oggi la promozione dei film più grossi parte un anno prima e si fonda sul lento rilascio di informazioni utile a mantenere alta l’attenzione e creare quell’attesa che esploderà in incassi potenti nel primo weekend (avete notato che se prima i film stavano mesi in cartellone ora devono fare il botto in poche settimane?). Questa strategia ha causato un cambio radicale di quello che viene prodotto ad Hollywood, poichè per creare attesa e sfruttare il desiderio di sapere del pubblico l’argomento deve essere per forza qualcosa di già conosciuto, altrimenti non ci può essere interesse con un anno di anticipo. Remake, reboot, sequel e film tratti da fumetti, serie tv e tutto quanto sia “già noto” e dunque possa creare curiosità. E’ cambiato tutto all’inizio degli anni 2000 ma da quando c’è Facebook è andato aumentando (la Marvel ha addirittura aperto una divisione “cinema”), perchè è sul social network in cui ogni utente dichiara le proprie preferenze che questa strategia si compie al massimo livello.

Facebook non è ancora "la casa" del cinema  – Quello che invece Facebook non è riuscito a fare è stato di cominciare a veicolare esso stesso i film. Ci ha provato nel 2011, aveva creato delle pagine nelle quali grandi studi come la Warner potevano farsi pagare per mandare in streaming i loro film. Il cavaliere oscuro fu il primo film visibile, ma lo stesso è stato un insuccesso. Perchè, si è capito allora, più che per “fare cose”, Facebook è buono per “parlare di quelle cose”. E’ stato dopo l’arrivo del social network per antonomasia infatti che ne sono nati altri più piccoli e tematici come GetGlue o Miso, modi per consigliare film, vederli tutti insieme, commentarli in diretta. La loro struttura è identica a quella della grande F (contatti, flusso di notizie, pagine…) ne replicano tutti i punti di forza ma si occupano solo di cinema. Una prova tangibile della forza di quei social network, ma anche di Facebook stesso, è stato il successo di Sharknado l’anno scorso, un film di serie Z della Asylum (casa di produzione su cui ci sarebbe da scrivere un libro), diffusosi unicamente grazie ai commenti di chi lo vedeva e in virtù di un trailer che ne mostrava l’assurda trama e la pessima realizzazione. Se quindi abbiamo appena detto che fomentando remake e sequel i social network hanno spinto ancora di più l’acceleratore sul conformismo, da un’altra parte è evidente come siano anche il luogo in cui i film più imprevedibili trovano il successo che non avrebbero mai avuto.

Sono gli "amici" ad influenzare quello che vediamo – Infine Facebook, in quanto luogo di comunicazione, sta cambiando la maniera in cui decidiamo cosa guardare nella nostra vita. Quanto materiale video è presente nel flusso di ognuno? E quanto di esso è cinema?
Anche senza l’imposizione delle case di produzione, è su Facebook che si svolge gran parte del passaparola tra utenti (e dunque la scelta di cosa vedere). La cosa è talmente vera che addirittura un film italiano privo di attori dalla grandissima notorietà e diretto da un totale esordiente come Smetto quando voglio, ancora non è uscito ma già ha guadagnato moltissimo interesse per il baccano suscitato su Facebook dal suo trailer (cosa che a cascata l’ha portato alla ribalta su altri media come l’ospitata a Che tempo che fa?).

Tutto questo senza contare che, secondo solo a YouTube, Facebook è la colonna portante della diffusione delle webserie, probabilmente la novità più importante e rivoluzionaria nella storia recentissima del linguaggio audiovisivo.
Se è cambiata la maniera in cui il cinema si produce e quella in cui decidiamo cosa vedere è per Facebook, se domani cambierà la maniera in cui i film sono girati, probabilmente sarà stato per l’influenza di quei prodotti rivoluzionari che Facebook ha portato a galla.

http://www.youtube.com/watch?v=8UhONY3-1os
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