Portman: “Terrorismo sessuale quando avevo 13 anni”, Johansson: “Basta assecondare”
Era il 21 gennaio 2017 quando si tenne per la prima volta la Women’s March. Donald Trump era stato da poco eletto e lo sconforto femminile era ancora più sentito. Quest’anno, la Women’s March riparte da Roma, Los Angeles, New York, Las vegas e le principali città del mondo. Tante le star presenti per dare il loro supporto: da Cher a Faith Evans, passando per Natalie Portman, Scarlett Johansson e Olivia Wilde.
Nel 2017 le donne si mossero al grido di ‘alzare la testa’, quest’anno invece l’evoluzione è confluita nel ‘potere al voto’, sintetizzato nell’hashtag #PowerToThePolls. Il secondo obiettivo sono infatti le prossime elezioni di medio termine che si terranno a novembre negli Stati Uniti, vissute con la speranza che sempre più donne vadano a votare e possano essere elette.
Natalie Portman e il terrorismo sessuale a 13 anni
A parlare, con la voce emozionata davanti a un leggìo e alla piazza gremita, è Natalie Portman, che ha raccontato la sua esperienza, di quando a soli 13 anni ha subito il primo atto di terrorismo sessuale:
Avevo 12 anni quando mi trovai sul mio primo set cinematografico per il film Léon di Luc Besson. Interpretavo una ragazzina che faceva amicizia con un sicario nella speranza di vendicare l’omicidio dei suoi genitori. Quel personaggio scopriva nello stesso momento la sua femminilità, la sua voce, il suo corpo. In quel preciso momento della mia vita anche io stavo provando le stesse sensazioni.
La risposta pubblica a quel film che la rese famosa in tutto il mondo, però, non fu quella che si sarebbe aspettata: “Avevo 13 anni ed ero molto felice di avere una risposta dal pubblico rispetto al mio lavoro. Così aprii con entusiasmo la prima lettera ricevuta da un fan e il suo contenuto era una fantasia di stupro su di me […] Una radio locale iniziò un conto alla rovescia per il mio diciottesimo compleanno, il momento in cui sarebbe stato legale potere andare a letto con me".
Il riscontro, così duro e sessista, non arrivò solo dall’esterno. Anche tra gli addetti ai lavori l’accento fu posto più sul suo corpo che sulle sue qualità recitative, accrescendo nella Portman un forte senso di disagio:
Molti critici cinematografici parlarono del mio seno acerbo nelle recensioni. Ho capito molto rapidamente, anche se avevo solo 13 anni, che se avessi espresso la mia sessualità mi sarei sentita in pericolo e gli uomini si sarebbero sentiti autorizzati a discutere del mio corpo, senza preoccuparsi del mio grande disagio […] Iniziai a rifiutare ogni ruolo dove fosse presente anche solo una scena di bacio e spiegai deliberatamente quella scelta in diverse interviste. Ho costruito la mia reputazione su quanto fossi una ragazza seria e prudente, nel tentativo di sentire che il mio corpo era al sicuro e la mia voce ascoltata.
L'attacco di Scarlett Johansson a James Franco
James Franco, accusato di recente di molestie sessuali da cinque donne diverse, ha ricevuto un duro attacco da Scarlett Johansson. L’occasione della marcia delle donne è stata l’ideale per giudicare con forte dissenso l’eventuale comportamento oltraggioso del noto attore americano.
"Voglio la mia spilla indietro” ha dichiarato l’attrice, riferendosi alla spilla di Time's Up indossata da James Franco come forma di solidarietà alla causa femminile "Come può una persona sostenere pubblicamente una organizzazione che aiuta a fornire supporto alle vittime di violenza sessuale mentre depriva privatamente le donne? Ora basta, non si può più assecondare".