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The West Wing, i segreti della Casa Bianca

Termina anche in Italia, con qualche anno di ritardo, la splendida serie interpretata da Martin Sheen e creata da Aaron Sorkin che ha dato un nuovo senso alla politica in tv.
A cura di Emanuele Rauco
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Ce ne ha messo di tempo The West Wing per arrivare in Italia in una programmazione decente e continua. E per farlo, tra rinvii, prime tv alle sei di mattina, giorni variabili e sballati, c’era bisogno dei canali a pagamento del digitale terrestre. E sarà proprio Steel a trasmettere sabato 13 marzo il gran finale della serie, giunta alla settima stagione, dando così l’addio ai pochi ma agguerritissimi fans.

La serie si svolge proprio nell’ala ovest e più in generale nella Casa Bianca, seguendo il lavoro e i problemi tanto del presidente, Josiah Bartlett, quanto del suo staff, analizzando soprattutto il settore cardine della nuova politica, la comunicazione e il rapporto coi media: un prodotto straordinario, appassionante, a tratti illuminante, creato e per lo più sceneggiato dal grande Aaron Sorkin (scrittore anche di Il presidente-Una storia d’amore, con Michael Douglas) prima di passare la mano alla sesta stagione all’altro produttore John Wells.

I due sono riusciti a realizzare un prodotto che lungo 155 episodi parli della politica americana e mondiale, analizzando a fondo la cultura, la società, le istituzioni e la comunicazione in tutte le sue sfaccettature e lo fa però – essendo un prodotto NBC, quindi per il grande pubblico – non dimenticando la forza narrativa e comunicativa, trovando un modo di riflettere e raccontare davvero unico. Come unico è l’apporto di un cast che, dal grande Martin Sheen, tra i protagonisti di Apocalypse Now di Ford Coppola, fino a Bradley Whitford e lo scomparso John Spencer, danno un’ulteriore grande prova della grandezza della tv americana quando trova l’ispirazione.

Emanuele Rauco

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