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Caso abusi e molestie Harvey Weinstein

Bancarotta per la società di Weinstein, annullati accordi per mettere a tacere le vittime

Dopo il tentativo di vendita dell’azienda, andato fallito, sono stati presentati in tribunale i libri contabili, con una garanzia da parte della major, ovvero “massimizzare il valore per i suoi creditori e continuare nella ricerca della giustizia per qualsiasi vittima”.
A cura di A. P.
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La società di Harvey Weinstein, l'ex produttore cinamtografico travolto dagli scandali sessuali degli scorsi mesi, ha dichiarato bancarotta. I libri contabili sono stati portati in tribunale dopo il fallimento dell'operazione di vendita dell'azienda a 500 milioni di dollari. Ma questa non è la sola notizia. Come si sa, infatti, erano stati firmati diversi accordi contrattuali con i quali Weinstein si era assicurato il silenzio delle vittime dei suoi soprusi. La major ha reso noto che annullerà questi accordi, permettendo la totale libertà di espressione in relazione a quanto accaduto in passato.

Ecco quanto ha affermato un portavoce in merito a questo esito: "Anche se l'azienda va in bancarotta, la società rimane impegnata a fare tutto il possibile per massimizzare il valore per i suoi creditori e continuare nella ricerca della giustizia per qualsiasi vittima".  Robert Weinstein, fratello del produttore, si è detto "soddisfatto per avere elaborato un piano per massimizzare il valore dei  beni, preservando il maggior numero di posti di lavoro possibile e perseguendo la giustizia per le vittime"

L'ultimo tentativo di vendita è fallito

Pochi giorni fa era giunta notizia del fallimento di un tentativo di vendita della società. Stando a quanto riportato dal ‘The Guardian', il Consiglio di Amministrazione contava di poter vendere l'azienda a un gruppo di investitori guidati da Maria Contreras-Sweet, ex funzionario dell'amministrazione Obama. La proposta ammontava a 500 milioni di dollari – due anni fa il valore dell'azienda era stato stimato a 800 milioni – inoltre, il nome dell'azienda sarebbe stato modificato, i dirigenti cambiati e il CdA avrebbe dovuto contare su più volti femminili, in memoria dello scandalo che ha travolto il fondatore dell'azienda. Infine, era previsto un fonda da 40 milioni da destinare alle vittime delle molestie. La vendita, che ormai sembrava essere giunta alle battute finali, si è conclusa con un nulla di fatto.

Weinstein è stato licenziato dopo lo scandalo molestie

Harvey Weinstein è stato accusato da una lunghissima lista di donne di averle molestate sessualmente. Lo scorso ottobre, l'imprenditore è stato licenziato dallo studio cinematografico di cui era co-fondatore. Nel giro di pochi giorni anche la moglie Georgina Chapman aveva preso le distanze da lui. Affrante le parole di Weinstein di qualche settimana fa, quando l'ex produttore parlò della sua famiglia andata in frantumi:

"Sono profondamente devastato. Ho perso mia moglie, i miei bambini, coloro che amo più di ogni altra cosa. So che Georgina ha preso la decisione migliore per i bambini, per lei e per i suoi affari, che danno lavoro a 130 persone. Non voglio fare del male a lei o ai miei bambini più di quanto non abbia già fatto. Amo sinceramente Georgina e spero che un giorno possiamo riconciliarci, anche se in questo momento sembra sia impossibile".

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