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Cambio vita, Bateman e Reynolds alle prese con lo scambio d’identità

Ryan Reynolds e Jason Bateman sono diretti da David Dobkin in questa commedia americana che gioca sul tema dello scambio di vite e personalità.
A cura di Ciro Brandi
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Ryan Reynolds e Jason Bateman sono diretti da David Dobkin (“2 single a nozze”) in questa commedia americana che gioca, purtroppo e ancora, sul tema dello scambio di vite.

Mitch (Ryan Reynolds) e Dave (Jason Bateman) sono amici fin dall'infanzia, ma ora che sono adulti hanno poche cose in comune. Dave è un avvocato sposato e padre di tre figli, mentre Mitch è un single donnaiolo che respinge ogni responsabilità. Ognuno dei due, per motivi differenti, invidia la vita dell'altro, così dopo una notte di bagordi e due si risvegliano uno nel corpo dell'altro. Mitch si ritrova catapultato nella vita di Dave, tra famiglia, carriera e la bella collega Sabrina (Olivia Wilde), mentre Dave deve fare i conti con le numerose conquiste dell'amico. I due amici dovranno trovare il modo di rimpossessarsi delle proprie vite, cercando di non danneggiare quella dell'altro.

Mescolando ironia facilotta e politicamente scorretta a sentimentalismi talvolta patetici, il regista non apporta assolutamente nulla di nuovo al genere. I due protagonisti principali Reynolds  (“Buried”, “Lanterna Verde”) e Bateman ("Come ammazzare il capo…e vivere felici”) sono due degli attori maggiormente quotati ad Hollywood negli ultimi anni,  anche in questo caso danno prova di grande “adattabilità” e professionalità, ma il plot è davvero molto povero e privo di idee originali. Il cinema è pieno di film basati sullo scambio di personalità e identità (“Tale padre, tale figlio”, 1987, “Viceversa”, 1988, “Quel pazzo venerdì”, 2003) e non c’era alcun bisogno di riportare sul grande schermo un escamotage così usurato.

La sceneggiatura scritta da Jon Lucas e Scott Moore – ideatori della staordinaria mini-saga de “Una Notte da Leoni” – spingono sul pedale del trash per evitare di mostrare le pecche del loro lavoro. Ma l’irriverenza, il coraggio, la veemenza verbale e gli scatti taglienti dei dialoghi in questo caso non sortiscono l’effetto voluto (o almeno pensato) e tutto scivola verso un finale talmente scontato e affrettato che ci si potrebbe tranquillamente alzare dalla poltrona anche 15 minuti prima della fine. Da evitare.

Voto: 2

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