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Da Scamarcio ad Argentero, l’Italia degli attori-produttori è sempre più acclamata

Come accade da tempo in America anche da noi lentamente gli attori stanno iniziando a investire in prima persona per realizzare i film a cui tengono davvero o che, altrimenti, non vedrebbero mai la luce. È il caso, per fare qualche esempio significativo, di ‘Non essere cattivo’ (prodotto da Mastandrea), di ‘Senza nessuna pietà’ (prodotto da Favino), di ‘Pericle il Nero’ (prodotto da Scamarcio/Golino) e di ‘Perez’ (prodotto da Zingaretti).
A cura di Gabriele Niola
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Ad Hollywood da diversi anni è diventata una pratica stabilita: gli attori sono i primi ad investire in progetti cinematografici, co-producono i film in cui recitano ma danno vita anche a Festival. In buona sostanza reinvestono parte del loro guadagno (nonché delle proprie energie) e usano il proprio nome per dar vita ad altri progetti. Una volta, nell’epoca delle grandi case di produzione, era impensabile. Oggi, serie tv e film o eventi come il Sundance film festival, si fanno anche grazie al supporto economico degli attori, per effetto collaterale del cambiamento economico dell’industria, che lentamente sta mettendo radici anche in Italia.

Produrre piccoli film o progetti originali e fuori dagli schemi è sempre più un rischio per le case di produzione, quindi sempre più spesso sono quindi gli attori a usare i propri capitali e la propria visibilità perché questi prendano il via. Ovviamente non si parla di cinema di grandissimo incasso ma di opere più difficili, indirizzate più che altro al circuito dei festival. Non a caso, nella pattuglia di quest’anno a Cannes, Riccardo Scamarcio è di nuovo nei panni del produttore oltre che in quelli di attore protagonista con Pericle il nero. Non è nemmeno la prima volta per lui che solo un paio di anni fa aveva co-prodotto il film della sua compagna Valeria Golino, intitolato Miele, anch’esso a Cannes, e aveva portato a Venezia un’altra sua co-produzione, Per amor vostro, che è valso la Coppa Volpi alla Golino.

Da Favino a Zingaretti passando per Mastandrea

Era invece a Venezia, due anni fa, Senza Nessuna Pietà, film poliziesco diretto dall’attore Michele Alhaique, in cui Pierfrancesco Favino interpreta una mezza tacca del mondo della malavita, che cerca di cambiare vita assieme ad una ragazza, interpretata da Greta Scarano. Per dar vita a quest’opera prima, Favino stesso è dovuto scendere in campo nelle vesti di produttore ‘esordiente'. Sostanzialmente l’attore ha investito del denaro per alimentare e sostenere una parte originale, che gli avrebbe consentito di recitare un po' fuori dagli schemi. La stessa identica ragione che ha spinto l’anno scorso Robert Downey Jr. a finanziare interamente da sé il film The Judge, pellicola intima e originale, in cui recita assieme alla leggenda Robert Duvall.

È stato così anche per Perez., in cui Luca Zingaretti ha offerto il suo apporto economico purché si realizzasse. È per questo che Valerio Mastandrea ha deciso di produrre l’ultimo film di Claudio Caligari, intitolato Non essere cattivo. Mastandrea nel film non recita, è unicamente produttore e principale motore dell’impresa, ha coinvolto amici e conoscenti, ha anche scritto una lettera accorata a Martin Scorsese. Quel film che ha regalato due ruoli memorabili ad Alessandro Borghi e Luca Marinelli, segnando in un certo senso questa stagione, vista anche la scomparsa dell’autore, ed è stato uno degli atti di coraggio cinematografici più importanti degli ultimi anni. Ci sono, infine, attori come Luca Argentero o Nicolas Vaporidis che hanno messo in piedi strutture più organizzate, che non producono solo film in cui recitare o opere di amici, ma lavorano duro per finanziare film anche di artisti sconosciuti, con un’ovvia predilezione per gli esordienti.

Argentero e la sua Inside Prodcutions al momento hanno finanziato il documentario Space Metropoliz, il film horror Cose Cattive di Simone Gandolfo e il documentario di Federico Zampaglione Remember. Invece Nicolas Vaporidis che la Drive productions l'ha fondata con Primo Reggiani e Matteo Branciamore, ha spaziato da webserie come Il Camerlengo, Piove o Segreti fino al documentario Il club dei Ricciai. A differenza degli altri esempi che abbiamo citato non si parla di film che ambiscono ad un grande festival come Cannes, non si parla di produzioni ambiziose con grandi attori a cui non difficilmente Argentero o Vaporidis potrebbero arrivare, ma esordi, webserie o documentari particolari, progetti insomma molto più rischiosi e difficilmente commerciabili.

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