I 55 anni di Julianne Moore: l’esordio horror, l’Oscar e gli “Hunger Games”
La rossa più nominata e premiata di Hollywood, il 3 dicembre, compie 55 anni. Protagonista di circa 62, Julianne Moore ha esordito sul grande schermo – come molte altre star – col film horror “I delitti del gatto nero”(1990), di John Harrison, ma da allora ha inanellato tantissimi successi come “Il mondo perduto – Jurassic Park”(1997), “Boogie Nights”(1997), “Il grande Lebowski”(1998), “Hannibal”(2001). La Moore ha collezionato 5 nomination agli Oscar, facendolo suo solo nel 2015 grazie allo straordinario ruolo da protagonista in “Still Alice”, diretto dalla coppia formata da Richard Glatzer e Wash Westmoreland. Ultimamente, abbiamo avuto modo di ammirarla nella saga di “Hunger Games”, nel ruolo del Presidente Alma Coin e nello straordinario e commovente “FreeHeld – Amore, Giustizia, Uguaglianza” diretto da Peter Sollett.
Il serial “Così gira il mondo” e l’horror “I delitti del gatto nero”
La Moore (il cui vero nome è Julie Anne Smith) è nata il 3 dicembre del 1960 a Fayetteville, in Carolina del Nord, ma a causa del lavorod di suo padre, un avvocato militare, è cresciuta e ha studiato tra Stati Uniti ed Europa. A 23 anni si è trasferita a New York, lavorando a teatro e mantenendosi facendo la cameriera. Grazie allo spettacolo “Serious Money”, viene notata da alcuni agenti e le viene offerto un ruolo nel serial “Così gira il mondo”(1985-1988), per il quale vincerà un Emmy Award. Da quel momento, la Moore diventerà una vera e propria macchina da guerra, dividendosi tra televisione e cinema. Dal 1986 al 1995 è stata sposata con l'attore e regista John Gould Rubin. Nel 1990 esordisce sul grande schermo con l’horror “I delitti del gatto nero”, per la regia di John Harrison, basato sulla famosa serie tv “Un salto nel buio”. Il film è composto da 3 storie dell’orrore e la Moore compare nel ruolo di Susan nella seconda storia, “Lotto 249”, dove si troverà alle prese con una mummia, intenzionata ad ucciderla. Il suo carisma, il talento e il fascino naturali la portano all’attenzione dei media e dei più grandi registi. Nel 1992 è già sul set del thriller “La mano sulla culla” di Curtis Hanson e l’anno dopo gira altri 4 film: “Body of Evidence – Il corpo del reato”, di Uli Udel, “Benny & Joon”, per la regia di Jeremiah Chechick, “Il fuggitivo” di Andrew Davis e “America oggi” di Robert Altman.
“Il mondo perduto – Jurassic Park” e i successi degli anni ‘90
Gli anni ’90 sono estremamente prolifici e ricchi di soddisfazioni. Nel 1994, la Moore gira “Vanya sulla 42esima strada” di Louis Malle, seguito dal profondo e straordinario “Safe”, di Todd Haynes e dall’esilarante commedia “Nine Months – Imprevisti d’amore”, diretto da Chris Columbus, accanto a Hugh Grant, che le da grandissima visibilità presso il grande pubblico. Nel 1997 è la volta del blockbuster “Il mondo perduto – Jurassic Park”, di Steven Spielberg, nel ruolo della Dott.ssa Sarah Harding. Grazie al ruolo di Amber Waves nel film “Boogie Nights – L’altra Hollywood”, di Paul Thomas Anderson, riceve la sua prima candidatura agli Oscar, diventando anche l’attrice feticcio del regista. Nel 1998 è Maude Lebowski ne “Il grande Lebowski” dei fratelli Coen, accanto a Jeff Bridges, John Goodman, Steve Buscemi e John Turturro, seguito da “Psycho”(1998) di Gus Van Sant, “La fortuna di Cookie”(1999) di Robert Altman, “Fine di una storia”(1999) di Neil Jordan e “Magnolia”(1999), di Paul Thomas Anderson, dove recita accanto a Tom Cruise.
La Coppa Volpi per “Lontano dal Paradiso” e il matrimonio col regista Bart Freundlich
Nel 2001 è nei panni dell’agente sepciale dell’FBI Clarice Sterling in “Hannibal”, diretto da Ridley Scott. In seguito, gira i meno fortunati “Evolution”(2001) di Ivan Reitman e “World Traveler”(2001) per la regia di Bart Freundlich. Il 2003 è un anno ricchissimo di soddisfazioni. La Moore ottiene una doppia candidatura agli Oscar come Migliore attrice protagonista, per “Lontano dal paradiso” di Todd Haynes (che le vale, comunque, la Coppa Volpi a Venezia) e come Migliore attrice non protagonista per “The Hours”(2002) di Stephen Daldry, ma purtroppo non porta nulla a casa. Dal 2003, è sposata con il regista Bart Freundlich, conosciuto nel 1996 sul set de “I segreti del cuore”. La coppia ha avuto due figli, Caleb e Liv. Negli anni a seguire, prende parte a pellicole che hanno scarso seguito come: “The Forgotten”(2004), “I figli degli uomini”(2006), “Next”(2007) e “Savage Grace”(2009). Sempre nel 2009, Tom Ford la vuole per il ruolo di Charlotte nel meraviglioso “A Single Man”, esordio alla regia del famoso stilista. La Moore recita accanto ad un fenomenale Colin Firth, vincitore della Coppa Volpi a Venezia e candidato all’Oscar come Miglior attore protagonista.
I premi per “Game Change” e “Maps to the Stars”
Nel 2010 recita accanto ad Annette Bening nella commedia “I ragazzi stanno bene”, diretto da Lisa Cholodenko ed è sul set di “Shelter – Identità paranormali”. L’anno dopo gira la commedia “Crazy, Stupid, Love” di Glenn Ficarra e John Requa e nel 2012, grazie al ruolo di Sarah Palin nel film tv “Game Change”, porta a casa il Golden Globe, un Emmy e uno Screen Actors Guild Award. Nel 2013 è già sul set della pruriginosa commedia “Don Jon”, di Joseph Gordon-Levitt e l’anno è suggellato dalla stella sulla Hollywood Walk of Fame. Archiviata la commedia, torna all’horror con il remake “Lo sguardo di Satana – Carrie”, di Kimberly Peirce e con “Maps to the Stars”(2014), di David Cronenberg. La pellicola ha partecipato, in concorso, alla 67esima edizione del Festival di Cannes, dove la Moore ha vinto il Prix d'interprétation féminine. Sempre nel 2014, entra nel cast dell’amatissima saga di “Hunger Games”, nei panni del Presidente Alma Coin.
L’Oscar per “Still Alice” e l’epilogo di “Hunger Games”
Finalmente, nel febbraio 2015, riesce a portare a casa il Golden Globe e l’Oscar come Migliore attrice protagonista per il film “Still Alice”, diretto da Richard Glatzer e Wash Westmoreland. Nel gennaio scorso, l’abbiamo vista nella nuova saga de “Il Settimo figlio”, diretta da Sergej Vladimirovič Bodrov e, pochi mesi fa si è fatta apprezzare nel commovente “FreeHeld – Amore, giustizia, uguaglianza”, incentrato sulla storia vera di Laurel Hester, una poliziotta a cui viene diagnosticato un cancro incurabile ai polmoni e lotterà per poter lasciare la propria pensione alla compagna Stacie (Ellen Page). Al momento, si sta godendo il successo di “Hunger Games: Il canto della rivolta – Parte 2”, ultimo capitolo del franchise, diretto da Francis Lawrence, che ha già incassato 444.802.677 dollari.