Jumanji 2017, il film videogioco che con Robin Williams non ha nulla a che vedere
Il primo trailer italiano di “Jumanji – Benvenuti nella Giungla”, sequel del cult del 1995 con Robin Williams, ha messo un gran fermento tra i fan, anche perché, in pochi fotogrammi, si possono già cogliere tutte le novità che il regista Jake Kasdan e gli sceneggiatori Scott Rosenberg e Jeff Pinkner hanno voluto dare al progetto. Entrambe le pellicole sono ispirate all’omonimo albo illustrato per bambini, scritto da Chris Van Allsburg, del 1981, ma nel primo film, il protagonista Alan Parrish (Williams), trova un misterioso gioco da tavolo – Jumanji, appunto – seppellito 100 anni prima.
Quando inizia a giocarci, con la sua amica Sarah (Bonnie Hunt), viene risucchiato dal gioco e resta intrappolato nella giungla. 26 anni dopo, i piccoli Peter (Bradley Pierce) e Judy (Kirsten Dunst) ritrovano il gioco nella soffitta della casa, ormai in rovina, dei Parrish e iniziano a giocarci, riportando nel mondo reale Alan, ma anche la maggior parte delle creature della giungla. L’unica via di salvezza è portare a termine la partita, costi quel che costi. Nel sequel, che sarà nelle nostre sale a partire da gennaio 2018, viene raccontata la storia di quattro ragazzi che scopriranno una vecchia consolle e si ritroveranno catapultati in un videogame nel bel mezzo della giungla, in cui ognuno di loro ha assunto le sembianze del proprio avatar, interpretati da Dwayne Johnson, Jack Black, Kevin Hart e Karen Gillan.
L’inversione dei fatti, la console dei videogiochi e gli avatar
La differenza è, quindi, lampante e sostanziale. Jake Kasdan ha riportato la magia di “Jumanji” ai nostri tempi, rendendola più moderna e appealing, sostituendo il gioco da tavolo con una console per videogiochi e portando i protagonisti principali della giungla, mentre nel primo film succedeva l’esatto opposto. Rispetto al primo film, qui i protagonisti scelgono il loro avatar e acquisiscono quelle abilità che hanno, forse, desiderato nella vita reale e che diventano pretesto per avviare scene d’azione rocambolesche.
I rimandi ad altri grandi blockbuster
Nel film del 1995, l’elemento più impattante per il pubblico era proprio l’arrivo delle creature della giungla, con effetti speciali strepitosi (curati dalla Industrial Light & Magic) e con una vera e propria partita al gioco da tavolo con “pedine umane”, fino al finale riconciliante, rimasto nella storia del cinema. Nel sequel, invece, tutta l’azione viene spostata nel nuovo mondo, con l'iniziale “spersonalizzazione” dei personaggi iniziali (quattro liceali in punizione) a favore delle quattro mega star di Hollywood. Da quel momento, almeno dal trailer, sembra che inizi il vero e proprio nucleo centrale del film, con un effetto sorpresa forse ridimensionato, in un posto che ricorda il fantastico Pandora di “Avatar”, di James Cameron, ma anche l’isola di “Kong: Skull Island”, diretto da Jordan Vogt-Roberts o quella di “Viaggio nell’isola misteriosa”, del 2012, con lo stesso Johnson, ma anche alla saga di "Tomb Raider", con tantissimi personaggi – umani e animali – e una fauna rigogliosa e maestosa. Andando oltre l'iniziale deja vu, si resta magnetizzati, divertiti e decisamente pieni di voglia di vederlo subito.
“Jumanji: Benvenuti nella Giungla”: la rivitalizzazione dell’originale
Forse la migliore definizione dello scopo della pellicola è stata data proprio da Dwayne Johnson che, in un’intervista, l’ha definita, più che un sequel, una “rivitalizzazione dell’originale” e speriamo che la vecchia generazione che ha amato il cult con Williams e la nuova, magari composta dai fan dei nuovi protagonisti e affascinata dal plot, riescano a fare il botto al box office d’inizio 2018, dato che “Jumanji”, 22 anni fa, aveva incassato circa 262 milioni di dollari, partendo da un budget di 65. Staremo a vedere.