901 CONDIVISIONI
video suggerito
video suggerito
Opinioni

Luca, la recensione: il film Pixar è un atto d’amore all’Italia, all’amicizia e alla diversità

Diretto da Enrico Casarosa, disponibile dal 18 giugno su Disney+, Luca è il primo film Pixar a essere totalmente ambientato in Italia, in un’immaginaria località della riviera ligure. Attraverso la storia di Luca, racconto di formazione con elementi fantasy, è una dichiarazione d’amore del regista al suo Paese, ma anche un inno alla vita, al coraggio e alla scoperta del diverso.
A cura di Valeria Morini
901 CONDIVISIONI
Immagine

Per anni, abbiamo criticato l'immagine patinata e fittizia dell'Italia da cartolina descritta dai film americani tra pizza, mandolino e stereotipi vari. Cosa succede, però, quando è un italiano a raccontare a Hollywood il Belpaese, per una delle major cinematografiche più potenti al mondo e anche più votate alle creatività? Viene fuori Luca, nuovo film Pixar, dal 18 giugno 2021 su Disney+. A dirigere è Enrico Casarosa, ligure trapiantato negli Stati Uniti da anni che è al suo primo lungometraggio dopo la nomination all'Oscar per il corto La luna (sempre di Pixar, bellissimo). Tra i doppiatori italiani troviamo Fabio Volo, Luca Argentero, Marina Massironi, Orietta Berti, Luciana Littizzetto e Fabio Fazio.

In un periodo in cui la major d'animazione appare particolarmente prolifica – nell'ultimo anno sono usciti pure Onward e quel gioiellino complesso e filosofico che è Soul –  l'esordio del regista nato a Genova appare come un ritorno a un cinema più accessibile a un pubblico di bambini, pur essendo godibilissimo a tutte le età. Tra La sirenetta, Miyazaki e i classici racconti di formazione, la storia è quella di Luca, bambino appartenente a un popolo di creature marine che vivono nelle acque del mar Ligure tenendosi lontani dai "nemici" umani. L'attrazione per l'ignoto e ciò che accade sulla terraferma è però troppo forte per il ragazzo, che fuori dall'acqua acquista sembianze umane e trova il coraggio di fuggire e andare alla scoperta di quel nuovo mondo, spronato dall'amico Alberto, ben più spericolato e propenso a vivere in libertà.

Immagine

Si diceva della tendenza dei film americani a raccontare l'Italia a suon di  macchiette e luoghi comuni. Ecco, anche Luca non ne è del tutto immune: lo splendido paesaggio del Levante (con l'immaginaria Portorosso ispirata alle Cinque Terre) sembra un invito ammiccante ai turisti stranieri, i personaggi gesticolano parecchio e e lo "spot" alla Vespa è sin troppo marcato. Al tempo stesso, però, è lodevole la ricostruzione millimetrica, nei luoghi e nei personaggi, di un'Italia che per certi versi non c'è più: quella genuina e retro degli anni 50-60, fatta di semplicità, valori, buoni sapori, bellezza, che richiamano il nostro passato ma al tempo stesso rendono lo spazio in cui si muovono i protagonisti un micromondo universale.

Immagine

Il film di Casarosa è una dichiarazione d'amore alle sue radici e a questa Italia autentica e pura, omaggiata anche nella colonna sonora che va da Mina a Bennato (le musiche originali dovevano essere di Ennio Morricone, che però è scomparso prima di poterle realizzare). Ancora di più, è un inno scatenato all'amicizia e alla vita che emoziona e commuove, che chiede di avere il coraggio di credere in se stessi e osare (come insegna il mantra "Silenzio, Bruno!") e che – elemento fondamentale – spinge a non temere il "diverso" ma ad accettarlo e a conoscerlo. Gli stessi protagonisti Luca, Alberto e Giulia trovano l'uno nella diversità dell'altro/a un complemento alla propria crescita. E l'evoluzione della separazione/ inimicizia tra umani e "mostri" ("Chi può decidere un mostro cos'è?", si diceva in un altro film Disney, Il gobbo di Notre Dame) è un invito a guardare oltre alle apparenze e varcare letteralmente la "superficie" per scoprire un Altro da cui possiamo imparare.

901 CONDIVISIONI
autopromo immagine
Più che un giornale
Il media che racconta il tempo in cui viviamo con occhi moderni
api url views