“Io sono contro ogni forma di censura però ecco… Anomalisa lo sconsiglierei a chi non ha compiuto i 14 anni, non per quel che si vede ma per quel che dice e per come lo dice, è disturbante e inconsueto, solo un adulto può capirlo” quello descritto da Alberto Barbera, al suo quarto anno come direttore della Mostra del cinema di Venezia, è solo uno dei 21 film in concorso, ed è un cartone animato. Non è però l’unico definito come “disturbante” aggettivo che è tornato più volte nella descrizione di diversi altri titoli della mostra (come Beasts of No Nation di Cary Fukunaga, lo stesso di True Detective, o Equals con Kristen Stewart e Nicholas Hoult) tanto da lasciar trapelare come il tono del festival che vedremo quest’anno sarà tra i meno consueti.
Un nuovo equilibrio tra star e grandi film d'autore
Ma non solo disturbanti, i film presentati oggi che tra il 2 e il 12 Settembre saranno giudicati dalla giuria capitanata da Alfonso Cuaron, saranno anche “sorprendenti”, il secondo aggettivo più utilizzato da Barbera nel descrivere un programma in cui spuntano moltissimi autori noti “che portano film che non ci si aspetta da loro”. La mostra di quest’anno infatti ha trovato un equilibrio tutto suo ed originale tra cinema d’autore e grandi star, molto in linea con le passate edizioni-Barbera. Tra gli attori dei film in concorso e fuori concorso ci sono infatti Tilda Swinton, Jake Gyllenhaal, Leonardo Di Caprio, Brad Pitt, Robert De Niro, Shia LaBeouf, Kristen Stewart, Nicholas Hoult, Eddie Redmayne e poi ancora Mark Ruffalo, Michael Keaton, Johnny Depp, Rachel MacAdams, senza contare Idris Elba, Ralph Fiennes e Juliette Binoche. Nomi da blockbuster tutti o quasi alle prese con film più autoriali del loro solito.
L’idea sembra essere quella di affiancare il grande cinema della fine del novecento (autori immensi come Scorsese, Sokurov, Skolimowsky, Amos Gitai o Bellocchio) al nuovo paesaggio autoriale, privo di punti di riferimento certi e granitici ma anche traboccante di proposte intriganti (Charlie Kaufman, Baltasar Kormakur, Cary Fukunaga, Scott Cooper, Pablo Trapero, Dito Montiel o Luca Guadagnigno): “Abbiamo tentato di proporre tutto. Cinematografie strane e poco note al pari di quelle maggiori” è il progetto nelle parole di Barbera “Se è vero che il novecento si è ormai chiuso, si è chiuso anche per il cinema, ma assieme alle novità c’è una persistenza di una certa idea di cinema. Questa è la doppia strada che vogliamo seguire”.
Una mostra più adulta alla faccia del Festival di Toronto
In controtendenza al cinema mondiale (che insegue sempre di più i ragazzi) sembra che Venezia72 sarà dunque un festival molto adulto e molto duro, con film spiazzanti e per nulla edulcorati. Anche il cinema italiano non sarà necessariamente accarezzato, a partire dalla selezione molto scarna. Se con i lungometraggi di Bellocchio, Guadagnino, Messina e Gaudino vantiamo 4 film in concorso (solitamente sono 3 o meno), in generale le pellicole nazionali non saranno troppe, di sicuro meno di quelle americane o francesi (e anche i 4 italiani in concorso sono tutte coproduzioni con la Francia). L’indicazione ovviamente è quella di prendere meno per prendere meglio, di non pagare una tassa al nazionalismo ma cercare di regalare un’immagine di qualità: “Non illudiamoci però per i 3 film in concorso a Cannes e questi 4 a Venezia” precisa il direttore facendo eco a quanto riportato qualche settimana fa “La situazione del cinema italiano non è rosea, ha luci ed ombre ma in questo momento soprattutto ombre. Si produce troppo, circa 250 film, con gli stessi soldi con cui prima ne producevamo 120. Il che vuol dire sacrificare la qualità”.
Di certo a preoccuparsi quest’anno sono i rivali di Toronto, festival che nel 2015 inizia due giorni prima della fine di Venezia. Se dalla sua la manifestazione canadese può vantare il nuovo documentario di Michael Moore, l’attesissimo nuovo film di Terence Davies (Sunset Song) e il filmone spaziale di Ridley Scott (The Martian), è anche vero che nel suo programma si trovano molti altri titoli americani di grande richiamo che hanno scelto di passare prima a Venezia. Un colpo non da poco per la mostra. L’unico rimpianto allora rimane Crimson Peak, l’attesissimo film di Guillermo Del Toro con Jessica Chastain, che il comitato di selezione ha visto e molto apprezzato ma che non ci sarà nonostante lo stesso regista abbia insistito molto per venire. Il problema, a detta di Barbera, è che la Legendary Pictures che il film lo produce è contraria al passaggio nei festival. Dunque non lo avrà nessuno.