Oscar 2018 a Guillermo del Toro come Miglior regista per “La forma dell’acqua”
L’Academy torna a premiare un messicano. L’Oscar come Miglior regista, infatti, è stato vinto da Guillermo del Toro per il pluripremiato “La forma dell’acqua – The Shape of Water”. Del Toro ha battuto l’altro favorito dai bookmakers, Christopher Nolan e il suo “Dunkirk”, grazie al suo inconfondibile tocco magico dato a questo film che aveva già vinto il Leone d'oro al miglior film al Festival di Venezia e per cui il regista aveva già conquistato il Golden Globe e il BAFTA. Il suo nome va quindi ad unirsi a quello di altri due grandi registi messicani – Alfonso Cuarón e Alejandro González Iñárritu – suoi grandi amici e, come lui, già premiati precedentemente con l’Oscar per la stessa categoria.
“La forma dell’acqua”, fiaba inquietante ed onirica
Guillermo del Toro è uno dei più apprezzati registi, sceneggiatori, produttori del cinema internazionale. La sua patria è il Messico ma, dopo il rapimento (e il rilascio dopo il pagamento di un riscatto) di suo padre, nel 1998, si è trasferito negli Stati Uniti. Da sempre amante dell’horror, degli insetti, dei fumetti, dei Simpson, dei luoghi bui e oscuri, degli orologi, il regista ha sempre portato questi elementi nei suoi film, accentuandone il lato onirico e poetico, con un potere visivo impressionante. Ciò, naturalmente, accade anche ne “La forma dell’acqua – The Shape of Water”, una sorta di fiaba inquietante, emozionante, profonda e decisamente magnetica, girato con una tecnica registica magistrale, giocata sulla spettacolarità visiva ma anche dando ampio spazio all’introspezione dei personaggi, incorniciando alla perfezione la loro voglia di comunicare, uscire dal guscio e innamorarsi, andando contro tutte le convenzioni sociali.
Gli Oscar per “Il labirinto del fauno”
Ne è passata di acqua sotto i ponti, quindi, dal suo primo film da regista, l’horror “Cronos”, del 1993, col quale inizia la collaborazione anche con il suo attore feticcio, Ron Perlman, che rivedremo in diversi altri film. Nel corso degli anni, poi, i suoi due titoli più rappresentativi sono diventati “La spina del Diavolo” (2001) e “Il labirinto del fauno”(2006), che fondono il fantasy storico all’horror. Proprio quest’ultimo, nel 2007, si aggiudica tre Premi Oscar: Miglior fotografia, Miglior scenografia e Miglior trucco.
La passione innata per il mondo fantasy
La sua passione per il mondo fantasy e per i fumetti lo porta a girare “Blade II”, nel 2002, e “Hellboy”(2004), ispirato all’omonimo fumetto di Mike Mignola, nel 1993, seguito da “Hellboy: The Golden Army”(2008). Nello stesso anno, del Toro firmò un contratto per dirigere due film su “Lo Hobbit” e curarne la sceneggiatura assieme a Peter Jackson, Fran Walsh e Philippa Boyens. Nel 2010, però, il regista lasciò la regia, per i continui ritardi dovuti alla difficile situazione economica della MGM. Successivamente, del Toro si è dedicato a “Pacific Rim”(2013) e all’horror “Crimson Peak”(2015).