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Prometheus: il trailer, la trama e il cast

Il 14 settembre sbarcherà, finalmente, anche sui nostri schermi l’attesissimo ultimo film di Sir Ridley Scott. Prometheus andrà alla scoperta delle nostre origini, ma ci sono mondi che dovrebbero rimanere inesplorati.
A cura di Ciro Brandi
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Attesa terminata anche per l’Italia. “Prometheus”, il nuovo film di Ridley Scott, finalmente sarà nelle nostre sale a partire dal 14 settembre. Inizialmente concepito come prequel del fanta-horror “Alien” (1979), la pellicola – in 3D – non sarà incentrata sulla creatura del primo film, anche se ne riprenderà l’universo e le caratteristiche principali. Il regista di “Blade Runner” torna, quindi, dopo 30 anni, al genere cinematografico che l’ha reso celebre in tutto il mondo, fatto di azione, fantascienza, horror, thriller ed effetti speciali di grandissimo impatto visivo. Le idee affrontate in “Prometheus”, come dichiarato dallo stesso Scott, sono uniche, approfondite e provocatorie.  Il mito legato al titolo (Il Titano greco Prometeo sfidò gli dei dando agli esseri umani il dono del fuoco, e per questo fu orribilmente punito) si presta a mille metafore, ma lo spunto principale che ha dato avvio al film è uno xenomorfo intravisto già in “Alien”. La creatura in questione è uno Space Jockey e su di essa Scott ha formulato una serie d’interrogativi – chi era? Da dove veniva? E la sua missione? – che sono la colonna portante di “Prometheus”. La curiosità aumenta a dismisura, anche perché il trailer è indiscutibilmente magnetico e molto esplicativo.

La trama

Prometheus

Nel 2093 l’astronave Prometheus parte per una missione segreta verso un lontano pianeta. Sovvenzionata dal ricchissimo e moribondo industriale Weyland, i due antropologi che la compongono Elizabeth Shaw e Charlie Holloway sperano di trovare in quel lontano pianeta la risposta alle domande che l'umanità si pone da sempre sull'origine della vita umana sulla terra. Il viaggio stellare sotto la direzione dell'intransigente comandante Meredith Vickers non insegue però esclusivamente uno scopo scientifico. Le vere ragioni di questa potenziale scoperta, che potrebbe far crollare l'insieme delle teorie evolutive conosciute fino ad oggi, rischieranno però di mettere seriamente in pericolo la disparata equipe di questa spedizione non ufficiale.

Il cast

Prometheus

Cast decisamente senza precedenti. Scott ha chiamato alla sua corte la bella Noomi Rapace (“Sherlock Holmes – Gioco di ombre”; “Babycall”; “Passion”) è Elizabeth Shaw, la scienziata mossa dalla fede che diventa poi guerriera di fronte al pericolo; Charlize Theron è nei panni di Meredith Vickers, la dirigente che rappresenta gli interessi della Weyland, la corporazione che ha finanziato il viaggio; il grande Michael Fassbender (“A Dangerous Method”, “Knockout – Resa dei conti”, “Shame”) interpreta David, un androide creato dalla Weyland, estremamente intelligente e con doti al di fuori del comune. E’ una sorta di governante di bordo che fornirà anche vari spunti umoristici. Nonostante sia un robot, David pensa ed esprime il proprio disappunto come un umano. Il gigantesco Idris Elba (“Thor”, “Ghost Rider – Spirito di vendetta”) è, invece, Janek, capitano del Prometheus, la cui missione principale è proteggere la sua nave e l’equipaggio. L’attore Logan Marshall-Green  è nei panni di Holloway, istintivo compagno di vita e di spedizione della Shaw. Completano il cast: Sean Harris (Fifield), Rafe Spall (Miliburn), Emun Elliott (Chance), Benedict Wong (Ravel), Patrick Wilson (padre di Elizabeth Shaw) e Kate Dickie (Ford).

La nostra recensione

Attenzione: SPOILER

Attesa finalmente terminata. “Prometheus” di Scott è arrivato nelle nostre sale e possiamo subito dire che al 90% si tratta di un film da non perdere per nessuna motivo al mondo. La grande esperienza di Scott con la macchina da presa si fa vedere già dai primi minuti del film, con un prologo che ci mostra un disco volante che parte da un pianeta, un alieno che ingerisce un liquido nero e inizia a frantumarsi cadendo in una cascata, innescando una reazione biogenetica con il proprio DNA, dando il via alla creazione delle forme di vita sul nostro pianeta. E da qui partono i nostri tremila interrogativi sulla genesi della nostra civiltà. Per tutta la durata del film, Scott dissemina tantissimi riferimenti al suo “Alien” – ci troviamo sul pianeta LV-233, non lontano da LV-426 –sviluppandone la mitologia e facendoci capire qualche importante retroscena, per esempio il fatto che lo Space Jockey di Alien, è uno degli Ingegneri che hanno reso abitabile il pianeta per sviluppare il proprio arsenale biologico, con la propria tuta da astronauta addosso.

Ridley Scott si serve della bravura di Darius Wolski (fotografia), Arthur Max (scenografia) e Pietro Scalia (montaggio) per mettere in scena un mondo assolutamente credibile (effetto “Avatar”, di Cameron)  e, allo stesso tempo, dall’impatto visivo devastante, grazie anche ad un 3D quanto mai azzeccato, che sottolinea ogni minimo dettaglio (vedi scena del sogno inziale della protagonista e quella degli ologrammi degli Ingegneri nel tunnel dell’astronave). I set allestiti sono mozzafiato, gli effetti speciali vi lasceranno a bocca aperta, la cura maniacale di ogni inquadratura è una goduria per gli occhi. Non mancano, ovviamente, scene di puro splatter che ci riportano agli anni ’80-’90, e nemmeno quell’ironia sarcastica che serve a smorzare la tensione. Straordinaria la performance di tutti gli attori, ma una standing ovation va al nostro amato Michael Fassbender, che per il suo David meriterebbe uno spin-off.

Quali sono, a questo punto, i difetti del film? La curiosità di sapere da dove veniamo e chi ci ha creato sembra avere risposta già dal prologo, e questo smonta un po’ troppo le nostre aspettative. Ma la cosa che ci ha deluso di più in assoluto, è il fatto che “Prometheus” non è assolutamente il prequel di “Alien”, dato che, solo alla fine capiremo che lo sarà il prossimo film, “Prometheus 2” per intenderci. Per due ore assistiamo, quindi, ad una pellicola “intermedia”, una sorta di limbo che porterà, forse tra qualche anno, al prequel vero e proprio. Fregatura o grande tecnica narrativa?

Voto: 7 ½

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