Giuseppe Tornatore, il premio Oscar di “Nuovo Cinema Paradiso” festeggia 60 anni
E’ uno dei più premiati registi italiani di sempre e, grazie al capolavoro “Nuovo Cinema Paradiso”, è riuscito a portare a casa il Golden Globe e l’Oscar al Miglior film straniero, riempiendoci d’orgoglio. A Giuseppe Tornatore, che compie 60 anni il 27 maggio, sono bastati 12 film (e 8 documentari) per scrivere pagine indelebili della cinematografia italiana, facendosi stimare anche all’estero dai più grandi cineasti,e riuscendo a portare a casa vagonate di David di Donatello, Nastro d’Argenti e altri premi.
Le opere teatrali e i documentari
Tornatore è nato a Bagheria, in provincia di Palermo e già a 10 anni si dilettava a fare il proiezionista, riuscendo a racimolare qualche soldo e recita in un piccolo gruppo teatrale. Da adolescente, si da alla fotografia, organizzando servizi per feste e matrimoni, riuscendo a comprare, con i soldi guadagnati una telecamera Super8 e altre attrezzature. Già a 16 anni dirige a teatro opere di Pirandello ed Eduardo. Dopo il diploma, decide di dedicarsi al genere documentaristico, girando “Il carretto. Immagini di un’antica cultura”(1979), passando poi a lavorare in RAI, dove realizza il documentario “Ritratto di un rapinatore”(1981), seguito da “Incontro con Francesco Rosi”(1981), “Le minoranze etniche in Sicilia”(1982), “Diario di Guttuso”(1982) e “Scrittori siciliani e cinema: Verga, Pirandello, Brancati e Sciascia”(1983).
“Il camorrista” e l’Oscar per “Nuovo Cinema Paradiso”
Il debutto sul grande schermo arriva nel 1986 con “Il camorrista”, film basato sull’omonimo libro di Giuseppe Marrazzo, incentrato sulla storia del boss della camorra Raffaele Cutolo, detto “’O Professore Vesuviano”. Il protagonista principale è Ben Gazzara e il film vinse il Nastro d'argento come Miglior regista esordiente e a Leo Gullotta andò David di Donatello come Migliore attore non protagonista. Il 1988 è l’anno della sua consacrazione. Il regista gira, infatti, “Nuovo Cinema Paradiso”, con il grande Philippe Noiret e Salvatore Cascio. Tornatore racconta la storia del piccolo Salvatore (Cascio), ambientata a Giancaldo, un piccolo paese della Sicilia. Il piccolo viene introdotto ai misteri del cinema dal proiezionista Alfredo (Philippe Noiret) e lo sostituisce dopo che Alfredo rimane cieco in un incendio. Alla passione per il cinema si aggiunge l'amore contrastato per Elena (Agnese Nano). Dopo il servizio militare, Salvatore si fermerà a Roma, dove riesce a entrare nel mondo del cinema. Tornerà a Giancaldo solo per i funerali di Alfredo, trovando tutto diverso e un gradito e nostalgico regalo del suo vecchio amico. Il film vince 2 BAFTA, Il Gran Premio della Giuria al Festival di Cannes e l’Oscar al Miglior film straniero. E’ un trionfo che lo lancia a livello internazionale, dandogli una fama enorme.
“L’uomo delle stelle” e “La leggenda del pianista sull’oceano”
Nel 1990, è di nuovo nelle sale con il film “Stanno tutti bene”, con un grande Marcello Mastroianni, che gli fa vincere un Nastro d’Argento per la Migliore sceneggiatura originale e il Premio della Giuria Ecumenica al Festival di Cannes. Nel 1991 gira un episodio (“Il cane blu”) del film “La domenica specialmente”, assieme ad altri grandi registi, tra cui, Giuseppe Bertolucci e Marco Tullio Giordana. Tre anni dopo è la volta di “Una pura formalità”, con Gérard Depardieu e Roman Polanski e scrive la sceneggiatura della miniserie “Il grande Fausto”(1995), che racconta la biografia del ciclista Fausto Coppi, interpretato da Sergio Castellitto. Nello stesso anno, gira “L’uomo delle stelle”, sempre con Castellitto, che ottiene una candidatura agli Oscar 1996 come Miglior film straniero e il Premio speciale della Giuria al Festival di Cannes. Colpito dal monologo teatrale “Novecento”, di Alessandro Baricco, Tornatore decide di trasporlo per il cinema e gira il capolavoro “La leggenda del pianista sull’oceano”, assoldando il grande Tim Roth, che s’impone ai David e ai Nastri d’Argento per la regia e la sceneggiatura.
“Malèna” e “La sconosciuta”
“Malèna” apre gli anni Duemila e lancia Monica Bellucci nel firmamento internazionale. Il film viene candidato a due Oscar (Migliore fotografia e Migliore colonna sonora a Ennio Morricone) e vince 1 David e 1 Nastro d’Argento per le stesse categorie. Dopo qualche anno di assenza – impiegato a fare il produttore – torna alla regia nel 2006 con “La sconosciuta”, con Ksenia Rappoport, Michele Placido, Claudia Gerini, Alessandro Haber e Pierfrancesco Favino, ispirato ad alcuni fatti di cronaca riguardanti il racket della prostituzione di ragazze provenienti dall'Europa dell'Est e sullo sfruttamento dei loro uteri. La pellicola vince 5 David, 4 Nastri d’Argento, il Premio del pubblico al Miglior film europeo agli European Film Awards ed è scelto per rappresentare l’Italia agli Oscar del 2008. Nel 2009, il regista torna alle sue origini con “Baarìa”(nome in siciliano della sua Bagheria) che apre il 66° Festival di Venezia. Il film è candidato ai Golden come Miglior film straniero, ottiene 14 candidature ai David di Donatello 2010, conquistando il David Giovani e il premio per la colonna sonora, ancora del maestro Ennio Morricone e anche il Nastro dell’anno.
Il pluripremiato “La migliore offerta” e il film su Ennio Morricone
Il successo internazionale di Tornatore continua con “La migliore offerta”, con il grande Geoffrey Rush, che ottiene 6 David, 6 Nastri d’Argento, 4 Ciak d’Oro, il premio alla Migliore colonna sonora (di Morricone) agli European Film Awards e il Cinecibo Award al Festival di Berlino. L’ultimo film per il cinema è uscito il 14 gennaio scorso ed è “La corrispondenza”, thriller con Jeremy Irons e Olga Kurylenko, che ha portato a casa il David Giovani. Il regista siciliano, però, sta già preparando il suo nuovo progetto. Si tratta del documentario “Lo sguardo della musica” e racconterà, attraverso una serie di interviste, lati inediti del maestro Ennio Morricone.