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Opinioni

“Troppo vecchi per queste stronzate”: le star 50enni scoprono il cinema d’azione

Liam Neeson è il caso più clamoroso ma apripista come Denzel Washington ne sono la spina dorsale. Il cinema d’azione geriatrica non sarà il massimo della plausibilità eppure è una novità in alcuni casi esaltante del cinema americano.
A cura di Gabriele Niola
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Il genere che per antonomasia è interpretato da attori giovani e in forma è diventato terra di conquista per grandi star che hanno superato i 50 anni. Il cinema d’azione si è recentemente ripopolato di grandi vecchi, volti grinzosi che dopo una carriera di film eterogenei, se non proprio d’autore, approdano solo all’alba della terza età alle bombe, alle sparatorie e ai cazzotti. Non è il caso di Stallone, Schwarzenegger, Van Damme e compagni, che nonostante stiano più dalle parti dei 60 possono dire con fierezza di non aver mai abbandonato il cinema d’azione, a prescindere dall’anagrafe, è semmai quello di attori come Denzel Washington. Diventato famoso con Spike Lee e passato solo occasionalmente al cinema di tensione (Allarme Rosso è forse il suo più riuscito), solo da quando ha superato i 50 anni ci si è dedicato anima e corpo: Deja Vu, American Gangster, Pelham 1 2 3, Codice: Genesi, Safe House, Unstoppable, Cani sciolti e questa settimana esce Il vendicatore, in cui intepreta il più classico ex dei corpi speciali in pensione che decide di tornare un’ultima volta a far quel che sa fare meglio per vendicare una ragazza. E lo fa usando gli attrezzi del giardino come armi.

Il pubblico è cambiato, i film stanno cambiando e quindi anche il lavoro degli attori lo sta facendo. Le star ultracinquantenni lo sanno meglio di tutti, da qualche anno coinvolte in film pensati per un target di loro coetanei (Last Vegas, Uomini di parola, Il grande match, Non dico altro…). Non solo quindi non sono più relegati come una volta alle parti da nonno ma possono ancora salvare persone uccidendone altre. Liam Neeson è il caso più clamoroso per come è stato totalmente riscoperto dal cinema grazie a Taken, grandissima operazione euro-americana capitanata da Luc Besson che in barba a diverse leggi della fisica e della logica gli consente di far saltare auto e palazzi per recuperare prima la figlia, poi la moglie e la figlia (nel sequel). Da quello sono venuti anche il fantastico The Grey, Battleship, Non-stop (un nuovo standard d’implausibilità) e La preda perfetta. Film in diversi casi dagli esiti talmente clamorosi che lo stesso Besson ci ha riprovato cercando di rilanciare con una carriera d’azione Kevin Costner in 3 days to kill (i presupposti erano gli stessi: ex agente americano in location europea con famiglia da rimettere in piedi). È il principio di Il giustiziere della notte: un uomo stufo della vita e senza nessuna voglia ormai di provare pietà è disposto a tutto quando gli toccano la famiglia.

Sono quindi più clamorosi ancora casi come quello di RED, che non risponde a nessun canovaccio rodato ma partendo da un fumetto sperimenta un action movie geriatrico in cui al fianco di un veterano dell’azione come Bruce Willis ci sono Helen Mirren e John Malkovich impegnati in scene di sparatoria e di lotta (con abbondante abuso di controfigure), l’età media (ripeto: “media”) dei protagonista si aggira intorno ai 70! Ma anche Il grande match riporta Robert DeNiro a tirare cazzotti su un ring a fianco dell’intramontabile Stallone e non sono diverse le condizioni che hanno riportato alla fama Robert Downey Jr., che dopo anni di disintossicazione (reale, non metaforica) grazie ad Iron Man e poi allo Sherlock Holmes steampunk e d’azione di Guy Ritchie, è di nuovo ai massimi livelli di stardom mondiale (film nel quale Mickey Rourke interpretava il primo ruolo d'azione dopo decenni di film drammatici). Si tratta di film e di ruoli che una volta erano totalmente preclusi a chi aveva più di 40 anni se si escludono alcune eccezioni come Eastwood (che però era anche regista) o il già citato giustiziere di Charles Bronson.

L’esito più clamoroso allora è quando questi film dal poco credibile punto di partenza si rivelano la maniera migliore di parlare di vita e morte. A fronte delle molte assurdità Liam Neeson è riuscito a portare al cinema anche due film come The Grey e La preda perfetta, miscugli tra quello che una volta si sarebbe chiamato noir (e che non era disdegnato da attori più navigati ed in là con gli anni) e l’azione contemporanea. Denzel Washington non solo ha girato un film che pare uscito dritto dagli anni ‘90 come Cani sciolti ma anche un bellissimo al dinamismo su pellicola come Unstoppable.

Truffaut amava dire di Grisbi (film in cui un anziano Jean Gabin interpretava un vecchio criminale prossimo alla pensione) che nonostante raccontasse di un colpo non fosse un film di rapina ma uno sulla terza età, che cioè contrabbandasse un contenuto nascondendolo dietro presupposti più attraenti e commerciali. Non è così per tutti i film d’azione geriatrica che stanno uscendo, ma in un certo senso e limitatamente ad una piccola percentuale di essi, l’avere interpreti "anziani" dona loro una profondità inedita.

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