I 10 film flop più clamorosi del 2012
Quest’anno è stato ricco di film stupendi e molto attesi, ma non tutti hanno soddisfatto le aspettative degli spettatori e delle stesse case di produzione. Nella nostra Top 10 troverete le pellicole considerate sicuri blockbuster e che invece si sono rivelate dei fuochi fatui dal clamore solo precedente all’uscita, esauritosi poi in pochissimo tempo. Si tratta di film di grandi registi, eccelse e premiatissime opere d’autore e sequel riusciti male. Noi abbiamo deciso di sceglierne solo 10, ma la lista sarebbe stata ben più lunga e, anzi, attendiamo i vostri commenti e suggerimenti sulle pellicole che vi hanno lasciato l’amaro in bocca in questi 365 giorni di cinema.
“Prometheus”: forse vi meraviglierete di trovarlo in questa Top 10, ma in realtà la nuova creatura di Ridley Scott non ha dato i frutti sperati. Il regista di “Blade Runner” sarà pure tornato dopo 30 anni al genere che l’ha reso un’icona mondiale, ma il mix di azione, horror, thriller ed effetti speciali di “Prometheus” ha funzionato nelle sale per pochissimo tempo, per poi esaurirsi e lasciare il nulla. Ormai i tempi di “Alien” sono davvero lontani. Peccato.
“Battleship”: E’ stato pubblicizzato alla grande, Rihanna ha pubblicato le prime foto del set su tutti i suoi social network, ma il film di fantascienza di Peter Berg, basato sul gioco della Hasbro “Battaglia Navale” non è riuscito minimamente ad eguagliare il successo dei Transformers di Michael Bay. Due scene particolarmente affascinanti e Rihanna che compare per pochi minuti non hanno fatto di questo film di fantascienza una pietra miliare del genere, ma solo un’accozzaglia di elementi presi in prestito da altri film.
“Total Recall – Atto di forza”: Più che un atto di forza, si è trattato di un atto “forzato” dettato dalla mancanza di idee che in questi anni attanaglia Hollywood. Cimentarsi nel remake di un cult degli anni ’90 non ha portato il successo sperato al regista Len Wiseman e Schwarzenegger può quindi dormire sonni tranquilli perché Colin Farrell ha svuotato il personaggio di Douglas Quaid, senza aver aggiunto assolutamente nulla se non qualche immagine da fighetto nerboruto del Duemila che le prende da una donna.
“Ghost Rider – Spirito di vendetta”: Niente di fatto. Il flop del primo capitolo, uscito cinque anni prima, si è riproposto con questo sequel diretto dalla coppia di registi formata da Mark Neveldine e Brian Taylor. Il famoso personaggio di casa Marvel dalla testa di teschio infuocata non piace al grande pubblico, anche se, sinceramente, questo secondo film supera qualitativamente di molto l’episodio precedente. Quali sono le cause di cotanta indifferenza? Trama fiacca, 3D usato male e un Nicolas Cage caricatura di se stesso, certamente non aiutato da Violante Placido nei panni della dark lady della situazione.
“Reality”: Si, purtroppo includiamo anche il film di Matteo Garrone, vincitore del Grand Prix della giuria all’ultimo Festival di Cannes. In realtà, la pellicola ha incassato parecchi soldi in Italia, ma nulla a che vedere con il clamore stratosferico suscitato da “Gomorra”. Ci sono bravi attori, la sceneggiatura è scritta bene, la regia è straordinaria, ma lo stesso regista ha dichiarato che, forse, il problema è dovuto al titolo, ritenuto troppo usurato e banale. E’ davvero questo, secondo voi, il motivo?
“Paranormal Activity 4”: Ormai la gente non ne può più. Questo fantasma che torna a ripetizione ormai da anni e fa sempre le stesse cose ha stufato. Il quarto capitolo avrà pure incassato 120 milioni di dollari (è costato “solo” 30 milioni) ma l’originalità è assolutamente inesistente. Attualmente è in preparazione un quinto capitolo in versione sudamericana, ma questa franchise, definito anche “gallina dalle uova d’oro”, deve assolutamente trovare qualcosa di eclatante per rinverdire i fasti del primo capitolo, altrimenti gli spettatori più attenti si stancheranno di essere presi in giro.
“Pietà”: ecco il classico esempio di un film che vince il Leone D’Oro al Festival di Venezia e poi non se lo fila nessuno una volta uscito nelle sale. Il film di Kim Ki-duk è, in effetti, di una pesantezza inaudita e ormai al cinema la gente vuole divertirsi piuttosto che piangere o vedere drammoni che angosciano. Purtroppo i Festival s’innamorano di questo genere e ne fanno pietre miliari, ma se non piacciono al pubblico il fortunato regista vincitore avrà solo la soddisfazione di mettere il premio in bacheca e nient’altro.
“Dracula 3D”: ma quante persone lo avranno visto? Saremmo veramente curiosi di saperlo, dato che l’ultimo film di Dario Argento è quasi passato inosservato nelle sale. La critica lo ha stroncato impietosamente e noi di Fanpage, appoggiamo in pieno. Il Dracula di Argento è una sorta di decalogo di tutto quello che non si dovrebbe fare per girare un buon film dell’orrore: effetti speciali elementari, attori fuori parte, tecnica registica inesistente e ritmo narrativo da collasso. Cosa si salva? Le musiche di Claudio Simonetti. Attendiamo con ansia il ritorno in grande stile del maestro dell’horror italiano.
“The Bourne Legacy”: Jeremy Renner è bravissimo, ma sostituire Matt Damon nel quarto capitolo di una delle saghe più famose e redditizie di questi anni è stato molto rischioso. Il film è piaciuto molto, la critica lo ha accolto bene, ma gli incassi mondiali sono assolutamente lontani da quelli registrati dai capitoli precedenti. I fans di Aaron Cross/Matt Damon non si sono accontentati e le nuove avventure sono state ritenute prive di quella tensione e del carisma dei primi tre film. Produttori, correte ai ripari e richiamate Damon per il quinto capitolo, magari in coppia con Renner.
“The Possession”: doveva essere l’horror dell’anno, il film che avrebbe portato quel tocco di originalità, tanto agognato, alle pellicole sugli esorcismi e affini, ma le aspettative sono state deluse. “The Possession” ha una buona trama, un ottimo cast (la bambina è impressionante) ma alla fine è “L’Esorcista” di Friedkin con l’aggiunta dell’elemento ebraico e 2-3 scene spaventose che non riescono a reggere l’intera impalcatura del progetto. Sam Raimi, in veste di produttore (e genio del marketing), credeva di averci visto lungo, e in effetti tutta la campagna pubblicitaria che ha preceduto l’uscita del film ha incuriosito tremendamente il pubblico, facendo ben sperare. I guadagni, inizialmente ci sono stati, ma la scia di curiosità si è esaurita prestissimo e la pellicola non spiccherà di certo nella lunga lista dei film dello stesso genere.