Buon compleanno a Meryl Streep, l’immensa diva da 3 Oscar compie 70 anni
55 film in curriculum; 3 Oscar in bacheca su 21 nomination; 9 Golden Globe vinti su 31 candidature e poi 2 BAFTA, 3 Emmy Awards, 2 David di Donatello, 2 SAG Awards, l’Orso d’oro alla carriera e decine di altri riconoscimenti. Meryl Streep è la diva dei record che ci ha fatto sognare, ridere, commuovere con pellicole come “Il cacciatore”, “Kramer contro Kramer”, La mia Africa”, “La scelta di Sophie”, “I ponti di Masidon County”, “Il diavolo veste Prada” fino “The Iron Lady” e “The Post”. Il 22 giugno, compie 70 straordinari anni e, il prossimo dicembre, la vedremo in “Piccole donne”, diretto da Greta Gerwig.
Le prime esperienze a teatro
La diva è nata a Summit, nel New Jersey. Figlia di un’editrice e di un dirigente farmaceutico, la Streep è cresciuta a Basking Ridge, con due fratelli più giovani. La passione per la recitazione la travolge quando, nel 1969, recita nello spettacolo teatrale “La signorina Julie”, al Vassar College. Nel 1971, dopo aver ricevuto il Bachelor of Arts in dramma, s’iscrive alla Yale Drama School e per pagarsi gli studi lavora come camieriera, dattilografa e in tantissime produzioni teatrali. Dopo la laurea, trova lavoro all’Eugene O’Neill Theater Center’s National Playwrights Conference e, in seguito, vola a New York dove lavora nelle rappresentazioni teatrali del New York Shakespeare Festival. L’amore per il teatro lascia il posto a quello per il cinema dopo che la Streep vede, nel 1976, Robert De Niro nei panni di Travis Bickle in “Taxi Driver”, di Martin Scorsese, quindi inizia a presentarsi a vari provini e, contemporaneamente, continua a lavorare a Broadway.
L’esordio al cinema con “Giulia” e “Il cacciatore”
E’ storico il rifiuto di Dino De Laurentiis quando la Streep si presentò per un ruolo nel film “King Kong” e il regista la definì “troppo brutta” per una parte nella sua mega produzione. Quella fu la spinta propulsiva che diede ancora più forza all’attrice. Infatti, nel 1977, avviene l’esordio sul grande schermo nel film “Giulia”, di Fred Zinnemann mentre l’anno dopo la troviamo nel cult “Il cacciatore”, di Michael Cimino, accanto a Robert De Niro, Christopher Walken e John Cazale, all'epoca suo fidanzato. Il film le vale la prima candidatura agli Oscar come Migliore attrice non protagonista. Nello stesso anno, gira anche la serie di successo “Olocausto”, che le fa vincere un Emmy Award. John Cazale muore dopo due anni dalla loro conoscenza per un cancro e la Streep, per riprendersi da questo grave lutto, gira “La seduzione del potere”(1979), di Jerry Shatzberg e “Manhattan”(1979), di Woody Allen.
Gli Oscar per “Kramer contro Kramer” e “La scelta di Sophie”
Il primo grande ruolo che la consacra nella Hollywood che conta è quello di Joanna Kramer nel cult “Kramer contro Kramer”, di Robert Benton, dove recita accanto a Dustin Hoffman. La performance le fa vincere il Golden Globe e l’Oscar come Migliore attrice non protagonista. Nel 1981, le offre il ruolo da protagonista nel bellissimo “La donna del tenente francese”, accanto a Jeremy Irons, che le valse un BAFTA alla Migliore attrice protagonista, invece, per lo struggente “La scelta di Sophie”(1982), di Alan J. Pakula. Nel film, la diva è una donna polacca che dovrà compiere una scelta terribile mentre si trova in un campo di concentramento e ciò la segnerà a vita. L’Academy le consegnerà il suo secondo Oscar come Migliore attrice protagonista.
Le commedie sentimentali e il cult “I ponti di Madison County”
Dopo i bellissimi “Silkwood”(1983), di Mike Nichols; “Innamorarsi”(1984), dove ritrova Robert De Niro e “Plenty”(1985), di Fred Schepisi, la Streep è Blixen ne “La mia Africa”(1985), di Sydney Pollack, una donna che vive un’intensa storia d’amore col cacciatore Robert Redford e che le vale la sesta nomination agli Oscar. Seguirà un periodo di stasi e di pellicole “tiepide” come “Heartburn – Affari di cuore”(1986), diretto da Mike Nichols; “Ironweed”(1987), per la regia di Hector Babenco e la commedia “She-Devil – Lei, il Diavolo”(1989), di Susan Seidelman e “Cartoline dall’inferno”(1990), sempre per la regia di Nichols. Il successo commerciale la travolge con “La morte ti fa bella”(1992), di Robert Zemeckis, con Goldie Hawn e Bruce Willis, grazie a cui fu nominata ai Golden Globe. Una delle sue più grandi interpretazioni resta quella di Francesca, la donna italiana sposata e fedifraga del meraviglioso “I ponti di Madison County”(1995), di e con Clint Eastwood. La Streep fu candidata agli Oscar ma il film resta uno dei più belli in assoluto della storia del cinema romantico. Altri film importanti degli anni ’90 sono “La stanza di Marvin”(1996), di Jerry Zaks; “La voce dell’amore”(1998), di Carl Franklin e “La musica del cuore”(1999), del compianto Wes Craven, che le regala la sua 12esima nomination agli Oscar.
La serie “Angels in America” e i film “The Hours”
Gli anni Duemila si aprono con il bellissimo “Il ladro di orchidee”(2002), del grande Spike Jonze, in cui la Streep veste i panni della giornalista Susan Orlean che le vale il quarto Golden Globe come Migliore attrice non protagonista. Nello stesso anno, è nel cast di “The Hours”, di Stephen Daldry, con Nicole Kidman e Julianne Moore. Tutto il cast femminile riceverà l’Orso d’argento alla 53esima edizione del Festival di Berlino. Col suo amico Mike Nichols, girerà la serie tv “Angels in America”, in cui interpreta ben 4 ruoli e che le farà vincere un Emmy e un Golden Globe come Migliore attrice in una mini-serie o film per la televisione. Seguiranno, “The Manchurian Candidate”(2004), di Jonathan Demme; “Lemony Snicket – Una serie di sfortunati eventi”(2004), accanto a Jim Carrey; “Prime”(2005), con Uma Thurman e “Radio America”(2006), di Robert Altman.
Il successo de “Il diavolo veste Prada”
Nel 2006 il clamore commerciale de “Il diavolo veste Prada”, diretto da David Frankel, è assoluto e la Streep, Anne Hathaway, Emily Blunt e Stanley Tucci diventano gli idoli della stagione cinematografica, facendo del film un piccolo gioiellino. Meryl Streep è nei panni di Miranda Priestly, integerrima e pretenziosa direttrice di una rivista di moda che ne farà passare di tutti i colori alla povera segretaria Andrea/Hathaway. Per lei arrivarono le ennesime candidature ai Golden Globe e agli Oscar mentre la pellicola incassò 326 milioni di dollari. Successivamente, sarà nel cast di “Un amore senza tempo”(2007), di Lajos Koltai; “Rendition – Detenzione illegale”(2007), diretto da Gavin Hood e “Leoni per agnelli”(2007), del suo amico Robert Redford. Nel 2008, ottiene il ruolo di Donna Sheridan nel musical “Mamma Mia!”, di Phyllida Lloyd, basato sulle musiche degli ABBA e recita anche nel crudo e cupo “Il dubbio”, di John Patrick Stanley che viene nominato a 5 Oscar, incluso tutto il cast.
Il terzo Oscar per “The Iron Lady”
In “Julie & Julia”(2009), di Nora Ephron, l’attrice è nei panni della famosa cuoca americana Julia Child, ruolo che le vale il Golden Globe come Migliore attrice in un film commedia o musicale. Nello stesso anno, è la protagonista, con Alec Baldwin, della commedia sentimentale “E’ complicato”, di Nancy Meyers mentre nel 2011, Phyllida Lloyd la dirige ancora in “The Iron Lady”, dove la Streep si trasforma letteralmente nell’ex Primo Ministro Margaret Thatcher, vincendo il suo terzo Oscar. Nello stesso periodo, le viene assegnato l’Orso d’oro alla carriera a Berlino. Seguiranno “Il matrimonio che vorrei”(2012), di David Frankel; “I segreti di Osage County”(2013), diretto da John Wells; “Into the Woods”(2014), di Rob Marshall e il bellissimo “Dove eravamo rimasti”(2015), di Jonathan Demme, che la trasforma in Linda, una rock star un po' appannata che ha abbandonato la sua famiglia per inseguire il suo sogno musicale.
Gli ultimi film e l’atteso “Piccole donne”
La regista Sarah Gavron la vuole in “Suffragette”(2015) invece il suo amico Stephen Frears le offre il ruolo di Florence Foster Jenkins in “Florence”, basato sulla storia del soprano “stonato” che incuriosì tutto il mondo. Nel 2017, la diva accetta il ruolo di Katharine “Kay” Graham in “The Post”, di Steven Spielberg, con Tom Hanks, basato sulla vicenda della pubblicazione dei Pentagon Papers. L’Academy la candida per la 21esima volta agli Oscar e, l’anno dopo, la ritroviamo nel sequel “Mamma Mia! Ci risiamo”, di Ol Parker e ne “Il ritorno di Mary Poppins”, diretto da Rob Marshall, nel ruolo della folle antiquaria Topsy. In tv, invece, recentemente l’abbiamo vista nella serie “Big Little Lies – Piccole grandi bugie” e, il prossimo dicembre, la vedremo in “Piccole donne”, diretto da Greta Gerwig.